Siria: 240 cristiani presi in ostaggio nel villaggio di Rableh
Il rastrellamento dei fedeli cristiani -maroniti e greco-cattolici - nell’area del
villaggio di Rableh, situato al confine con il Libano, nella Siria occidentale, si
allarga: dopo il maxi sequestro avvenuto ieri, di 150 persone, oggi altri 90 civili
sono stati fermati e rapiti nella zona da bande armate, in un rastrellamento che è
giunto a creare un gruppo di ben 240 ostaggi. Come riferiscono fonti locali dell'agenzia
Fides, gli ostaggi sono stati ammassati in una scuola nella località di Gousseh, mentre
i sequestratori hanno rilasciato le donne fermate in precedenza. I rapitori armati
hanno reso noto che intendono aspettare il loro capo e poi trattare un eventuale riscatto.
Nella comunità cristiana di Rableh c’è molta paura in quanto ieri tre cristiani, che
erano stati sequestrati nel villaggio di Said Naya nei giorni scorsi, sono stati ritrovati
uccisi sul bordo di una strada. Secondo un sacerdote locale, che chiede a Fides l’anonimato,
“non si tratta di una persecuzione, ma di una manovra per diffondere sospetto e diffidenza
e istigare alla guerra confessionale”. Il comitato locale della “Mussalaha”, l’iniziativa
popolare di riconciliazione dal basso, sta cercando una soluzione dialogica e pacifica
alla vicenda. Il punto è che “si tratta di bande armate non identificate e fuori controllo,
che agiscono in modo indipendente e non fanno riferimento all’Esercito di Liberazione
Siriano (Free Syrian Army). Questo rende ogni trattativa molto più difficile”, osserva
la fonte di Fides. Secondo fonti di Fides, in Siria vi sarebbero attualmente circa
2.000 gruppi armati non riconducibili al Fse, con una propria agenda, che cercano
di inquinare il conflitto in corso fra ribelli e lealisti. Per il patriarca greco-cattolico
di Damasco, Gregorios III Laham, contattato dall'agenzia Sir, si tratta di “un gesto
sconcertante che getta nella paura la comunità cristiana del Paese”. Il patriarca
lancia un appello alla comunità internazionale, Onu e Croce Rossa in testa “affinché
cerchino una mediazione per la liberazione degli ostaggi. (R.P.)