Conclusa la 64.ma edizione di Prix Italia, il concorso per radio, tv e web di tutto
il mondo
Si è conclusa la 64.ma edizione del Prix Italia, un concorso internazionale per programmi
radio, tv e web, svoltosi a Torino dal 16 al 21 settembre. Luca Pasquali ha
intervistato Luigi Picardi, collega della redazione che cura i Programmi musicali
per la Radio Vaticana, presente a Torino in qualità di presidente di giuria per la
categoria “Radio Musica”:
R. - E' un premio
che si svolge ogni anno a Torino e i premi riguardano sia la televisione che la radio.
La radio ha tre categorie: musica, dramma e documentario. Altrettanto è per la televisione:
tv performing arts - arti in generale - documentario e dramma. Io sono stato presidente
di giuria per la sezione "Radio Musica".
D. - Quali sono stati i tratti caratterizzanti
dell’edizione 2012?
R. - I tratti caratterizzanti dell’edizione odierna sono
un po’ lo specchio di quelli delle edizioni precedenti: ricerca dell’innovazione,
della qualità e dell’eccellenza nella comunicazione.
D. - Chi sono i partecipanti?
R.
- Le radio e le televisioni di tutti i Paesi.
D. - Notavamo, soprattutto tra
i vincitori, che hanno fatto un po’ da padroni i Paesi del nord Europa…
R.
- Diciamo che molti premi sono stati dati alla Germania, all’Olanda, alla Norvegia
e anche alla Francia. L’Italia ha avuto delle nomination, ma non ha vinto.
D.
- Come mai questa ondata di premi più che altro al nord Europa, in cosa si distinguono?
R.
- Forse per gli argomenti su cui hanno puntato, ad esempio c’è un documentario sul
riciclo dei rifiuti e cosa viene sprecato a livello globale. Per quanto riguarda la
nostra categoria - sezione "Radio Musica" - abbiamo dato una menzione d’onore ad un
programma norvegese perché si trattava di un’opera a metà tra la composizione musicale
ed il documentario. Era molto bella e accattivante, riguardava “Lettere dalla prigione”
- questo il titolo - e il tema principale riguardava la realtà di isolamento di una
prigione. Questo compositore, insieme a un giornalista, sono entrati in un carcere
e hanno integrato la musica con le interviste ai detenuti, molto interessante, e tra
l’altro la prigione in questione era la nota Ila, dove è stato rinchiuso l’assassino
di Oslo dell’anno scorso.
D. - I partecipanti provenivano dai cinque continenti.
Ci sono aspetti comuni riscontrati tra rappresentanti di realtà così distanti tra
loro: sulla scelta dei programmi, sulla qualità dei programmi?
R. - No, ogni
nazione ha la sua caratteristica. Posso citare, ad esempio, la Francia con “La notte
allucinata” del compositore Sebastian Rivas, al quale abbiamo assegnato il primo premio.
E' un programma prettamente francese, perché si basa sui poemi di Arthur Rimbaud:
abbiamo apprezzato molto la qualità del suono. In Francia poi lavorano il suono in
una maniera particolare, e quindi l'opera possedeva dei tratti distintivi che permettevano
di apprezzare in particolar modo questo programma.
D. - Quali sono state le
tematiche principali che hanno accompagnato questa edizione?
R. - Tematiche
umanitarie. Ad esempio, per quanto riguarda noi abbiamo “Lettere dalla prigione” e
“Madre una volta, madre per sempre”. La terza nomination che non ha vinto niente,
ma che era un tipo di composizione accattivante perché illustrava destini di madri
infelici e disperate. In questa composizione, c’era anche un’integrazione ben fatta
con la musica, poiché parallele al testo scorrevano appunto versi e musiche dell’epopea
nazionale finlandese. Le tematiche umanitarie erano abbastanza presenti in un po’
tutte le categorie.
D. - Qual è il ruolo della Radio Vaticana in questa manifestazione?
R.
- E’ importante, perché viene chiamata ogni anno in giuria ed è molto ben considerata
e apprezzata per il lavoro che fa.
D. - Quando si parla di radio, televisione
e web parliamo ovviamente di cultura, informazione, insomma, di società. Oggi, sembra
sia il web lo strumento più adatto a raccontare la società contemporanea, con un’informazione
sempre più veloce, sempre più diretta. In questo contesto, quale ruolo possono ritagliarsi
gli altri media, soprattutto la radio?
R. - La radio ha il vantaggio che può
essere anche trasmessa via web - con il web casting - e si stanno studiando
le soluzioni per rendere il suono ancora più performante rispetto allo stereo attuale.
Radio France ha presentato gli studi che sta facendo sul 5.1, la tecnologia che stiamo
provando ad implementare anche noi di Radio Vaticana e su cui dovremmo lavorare per
poter quanto prima teletrasmettere con un suono del genere, con il cosiddetto surround.