La Coldiretti dona una vigna al Papa e rinnova l'appello a difesa del Creato
In occasione della Giornata della Salvaguardia del Creato, gli agricoltori della Coldiretti
hanno donato al Papa una vigna di "Trebbiano" e "Cesanese di Affile" per la Fattoria
pontificia. Ieri mattina a Castel Gandolfo, migliaia di agricoltori italiani hanno
organizzato un evento sul tema della difesa del Creato con una mostra di prodotti
agricoli promossa dalla Fondazione "Campagna Amica" della Coldiretti. I partecipanti
hanno poi preso parte all’Angelus al Palazzo Apostolico dove hanno ricevuto il saluto
e la gratitudine di Benedetto XVI. Sul particolare omaggio al Papa e l’importanza
della difesa del Creato, Luca Collodi ha intervistato padre Renato Gaglianone,
consigliere ecclesiastico nazionale della Coldiretti:
R. – L’anno
scorso, abbiamo donato un alveare che produce del miele e che è stato collocato nelle
Ville Pontificie; quest’anno abbiamo pensato ad un vigneto. Questa vigna sarà impiantata
attraverso dei grappoli d’uva che si spera l’anno prossimo già producano il vino che
potrà servire per la mensa, sia eucaristica sia conviviale.
D. – Non tutti
sanno che esiste questa Fattoria pontificia che produce alimenti – in quantità limitata,
naturalmente – di grande valore …
R. – La Fattoria pontificia voluta da Pio
XI è una fattoria abbastanza articolata: produce prodotti di qualità, è impegnata
anche nella produzione di articoli biologici per la salvaguardia del territorio, cercando
di essere testimoni di cosa significhi coltivare la terra per produrre beni in risposta
anche all’impegno di Dio che ha affidato all’uomo questa terra perché la coltivasse
e la custodisse, non semplicemente per violentarla o utilizzarla secondo gusti o desideri
egoistici. E la Fattoria pontificia, in fondo, è su questa linea, perché vuole essere
un modello, un modo di essere presenti sul territorio, produrre alimenti ed essere
anche tra coloro che guardano e salvaguardano questo territorio. Quando, infatti,
l’uomo lascia il suo territorio, lo abbandona a se stesso e i risultati li abbiamo
sotto gli occhi. Sono quelle ferite di cui poi parla il messaggio dei vescovi per
questa settima Giornata della salvaguardia del Creato.
D. – Ferite che non
mancano neppure in Europa per alcune politiche che favoriscono la cementificazione
del territorio e la produzione di biocarburanti …
R. – C’è il rischio che,
per dare spazio alla green economy, poi si facciano scelte che penalizzano
il terreno fertile, per esempio: quel terreno che produce beni. Così come è impensabile,
in una situazione in cui c’è bisogno di gente che ha bisogno di cibo, che – ad esempio
– si produca mais per ottenere biocarburante, dimenticando che invece questo potrebbe
servire per dare da mangiare a chi ha fame …