Il Papa all’Angelus: pregate per i cristiani del Medio Oriente e per la pace
All’Angelus, a Castel Gandolfo, Benedetto XVI è tornato, ieri mattina, a levare un’invocazione
di pace per il Medio Oriente. Rivolgendosi ai pellegrini di lingua francese, il Papa
ha chiesto ai fedeli di pregare per i cristiani mediorientali e per il dialogo tra
le religioni. Commentando il Vangelo domenicale, il Pontefice ha quindi sottolineato
che il Signore ci chiede di essere umili e di sconfiggere l’orgoglio radicato in noi.
Il servizio di Alessandro Gisotti:
All’Angelus,
il Papa ha voluto rinnovare la sua gratitudine a quanti hanno accompagnato con le
preghiere il suo viaggio apostolico in Libano. Quindi, parlando ai pellegrini di lingua
francese, ha levato un nuovo appello di pace per tutto il Medio Oriente:
“Continuez
à prier pour les chrétiens…” “Continuate a pregare per i cristiani mediorientali
– ha detto – per la pace e per il dialogo sereno tra le religioni”. Prima delle parole
sul Medio Oriente, il Papa si era soffermato sul Vangelo domenicale che mostra in
modo evidente la “profonda distanza interiore” tra Gesù e i suoi discepoli:
“Si
trovano, per così dire, su due diverse lunghezze d’onda, così che i discorsi del Maestro
non vengono compresi, o lo sono soltanto superficialmente. L’apostolo Pietro, subito
dopo aver manifestato la sua fede in Gesù, si permette di rimproverarlo perché ha
predetto che dovrà essere rifiutato e ucciso”.
Del resto, ha aggiunto,
“ci sono diversi altri segni di questa distanza”. Un fatto che ci ricorda che “la
logica di Dio è sempre più alta rispetto alla nostra”. Per questo, ha avvertito il
Papa, “seguire il Signore richiede sempre all’uomo una profonda con-versione”, un
“cambiamento nel modo di pensare e di vivere", che richiede di "aprire il cuore all’ascolto
per lasciarsi illuminare e trasformare interiormente":
“Un punto-chiave
in cui Dio e l’uomo si differenziano è l’orgoglio: in Dio non c’è orgoglio, perché
Egli è totale pienezza ed è tutto proteso ad amare e donare vita; in noi uomini, invece,
l’orgoglio è intimamente radicato e richiede costante vigilanza e purificazione”.
“Noi,
che siamo piccoli – ha osservato - aspiriamo ad apparire grandi, ad essere i primi,
mentre Dio, che è realmente grande, non teme di abbassarsi e di farsi ultimo”. Per
questo siamo chiamati ad invocare la Vergine Maria che è perfettamente ‘sintonizzata’
con Dio”. Al momento dei saluti, il Papa ha ricordato con gioia la proclamazione,
a Troyes in Francia, del Beato sacerdote Louis Brisson, fondatore delle Oblate e degli
Oblati di San Francesco di Sales. Quindi, rivolgendosi ai pellegrini polacchi, ha
auspicato che “ogni bambino possa godere dell’amore e del calore familiare”. E che
tutti i bambini abbiano “degne condizioni di esistenza e di educazione”. Infine, un
pensiero speciale ai pellegrini italiani della Coldiretti, che hanno donato al Papa
una vigna per la Fattoria pontificia:
“Cari amici, esprimo apprezzamento
per il vostro impegno in favore della salvaguardia del Creato e vi ringrazio per i
doni”.