2012-09-22 14:09:45

Senegal: il vescovo di Zigunichor lavora per la pace in Casamance


“Il mio primo impegno come nuovo vescovo di Ziguinchor è di lavorare per il ritorno della pace nella regione, perché se si vuole operare un’evangelizzazione in profondità occorre riconciliare gli animi e creare un clima di fraternità”. Queste le parole all’agenzia Fides di mons. Paul Abel Mamba, neo vescovo di Ziguinchor, nella regione di Casamance, al confine tra Guinea, Guinea-Bissau e Gambia. “La ribellione nella Casamance quest’anno compie 30 anni”, afferma mons. Mamba a margine del Seminario di studio per i nuovi vescovi che si è svolto a Roma. “All’origine della rivolta”, ricorda il presule, “c’era il sentimento di emarginazione della popolazione della regione rispetto al resto del Senegal. La ribellione ha preso così una connotazione allo stesso tempo politica e regionale”. “Attualmente - prosegue il vescovo - nella Casamance non c’è pace né guerra, perché ci sono momenti di tensione seguiti da periodi di calma. Il nuovo governo intende riportare la pace nel Paese, con la collaborazione dei diversi attori locali e internazionali, in particolare si è fatto appello alla Comunità di Sant’Egidio. Speriamo quindi che il concorso di tutti questi organismi e persone possa consentire di raggiungere la pace. Siamo fiduciosi, perché il governo è animato da una volontà di pace”. A guidare in questi anni la ribellione è stato il Mouvement des Forces Démocratiques de Casamance (Mfdc), che ora si è scisso in diverse componenti. Mons. Mamba spiega in sintesi le divisioni di questa formazione: “L’Mfdc è diviso al suo interno in un’ala politica, formata da rappresentanti locali ma soprattutto da persone che stanno all’estero, in Francia, in Portogallo, in Germania. L’ala militare è a sua volta divisa in fazioni. Una si trova nel sud della Casamance, alla frontiera con la Guinea Bissau, e un’altra nel nord, alla frontiera con il Gambia, infine l’ultima nella regione orientale di Kolda. Ognuna di queste fazioni rivendica l’egemonia sul movimento. Occorre fare uno sforzo per unire tutte le diverse componenti dell’MFSD perché vi sia un unico interlocutore con il governo che tratti la pace”. “La Chiesa ha sempre lavorato per il ritorno della pace in Casamance” aggiunge mons. Mamba, “anche perché è stata accusata di essere all’origine della ribellione, per il fatto che il fondatore dell’Mfsd era un prete (don Augustin Diamacoune Senghor, morto nel 2007). La missione della Chiesa è soprattutto quella di riconciliare gli uomini. Dopo la visita in Africa di Benedetto XVI, è un imperativo e l’Esortazione Apostolica Africae Munus invita espressamente le Chiese locali africane a essere protagoniste di riconciliazione”, conclude Mons. Mamba. (M.R.)







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