Benedetto XVI: serve etica in politica, giudizio severo per chi non la rispetta
Benedetto XVI ha ricevuto stamani a Castel Gandolfo i partecipanti all’Incontro dell’Internazionale
Democratico Cristiana. Nel suo intervento, il Papa ha ribadito che i politici, specie
se animati dalla fede, devono impegnarsi per la difesa della vita e della famiglia.
Quindi, ha sottolineato la necessità di una ricerca di un "solido fondamento etico"
nell'"impegno politico e civile”. L’indirizzo d’omaggio al Papa è stato rivolto dall’on.
Pier Ferdinando Casini. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Nell’impegno
civile e politico serve la “ricerca di un solido fondamento etico”: è l’esortazione
del Papa nel discorso rivolto all’Internazionale Democratico Cristiana. Un intervento
incentrato sulle responsabilità dei politici, specie di quanti "animati dalla fede",
a servire il bene comune:
“Utilmente risuona in questo senso il monito del
libro della Sapienza, secondo cui ‘il giudizio è severo contro coloro che stanno in
alto’ (Sap 6,5); monito dato però non per spaventare, ma per spronare e incoraggiare
i governanti, ad ogni livello, a realizzare tutte le possibilità di bene di cui sono
capaci, secondo la misura e la missione che il Signore affida a ciascuno”.
L’assenza
dell’etica, specie in campo economico, ha aggiunto, “ha contribuito a creare l’attuale
crisi finanziaria globale”. Di qui l’urgenza di una politica che guardi “ai bisogni
più fondamentali e profondi della persona” non ascoltando le molte e rumorose “offerte
di risposte sbrigative, superficiali e di breve respiro”:
“Il contributo
politico ed istituzionale di cui voi siete portatori non potrà quindi limitarsi a
rispondere alle urgenze di una logica di mercato, ma dovrà continuare ad assumere
come centrale ed imprescindibile la ricerca del bene comune, rettamente inteso, come
pure la promozione e la tutela della inalienabile dignità della persona umana”.
Il
Papa non ha poi mancato di indicare i valori sui quali è particolarmente chiamato
ad impegnarsi un politico cristiano:
“Il rispetto della vita in tutte le
sue fasi, dal concepimento fino al suo esito naturale - con conseguente rifiuto dell’aborto
procurato, dell’eutanasia e di ogni pratica eugenetica - è un impegno che si intreccia
infatti con quello del rispetto del matrimonio, come unione indissolubile tra un uomo
e una donna e come fondamento a sua volta della comunità di vita familiare”.
Quindi,
si è soffermato sulla centralità della famiglia, “radice che alimenta non solo la
singola persona, ma anche le stesse basi della convivenza sociale” e che rappresenta
“il principale e più incisivo luogo educativo della persona”:
“Un autentico
progresso della società umana non potrà dunque prescindere da politiche di tutela
e promozione del matrimonio e della comunità che ne deriva, politiche che spetterà
non solo agli Stati ma alla stessa Comunità internazionale adottare, al fine di invertire
la tendenza di un crescente isolamento dell’individuo, fonte di sofferenza e di inaridimento
sia per il singolo sia per la stessa comunità”.
L’impegno dei cristiani
nella società, è stato infine l’incoraggiamento del Papa, non cessi “di essere vivace
fermento per un miglioramento delle relazioni umane e delle condizioni di vita”:
“Questo
impegno non deve conoscere flessioni o ripiegamenti, ma al contrario va profuso con
rinnovata vitalità, in considerazione del persistere e, per alcuni versi, dell’aggravarsi
delle problematiche che abbiamo dinanzi”.