2012-09-21 13:58:03

La Giornata della pace Onu 2012 "per un futuro sontenibile"


"La pace sostenibile per un futuro sostenibile". Questo il tema scelto per l’odierna giornata della pace 2012 indetta dalle Nazioni Unite con l’obiettivo di riflettere sulle conseguenze materiali e immateriali della guerra. I conflitti armati – ricorda nel suo messaggio il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon – minano lo sviluppo, la possibilità di creare posti di lavoro e di ridurre catastrofi naturali. Eugenio Bonanata ne ha parlato con Flavio Lotti, presidente della Tavola della Pace:RealAudioMP3

R. – Questa giornata ci ricorda l’importanza di questa parola, una piccola parola di quattro lettere, “pace”, che però ha un grandissimo valore, un valore di cui oggi forse non riusciamo a renderci pienamente conto. Troppe persone ogni giorno precipitano nella povertà e nella disperazione, a casa nostra come in tante altre parti del pianeta. Troppe ingiustizie si sommano ad altre ingiustizie. E questa crisi ci sta provocando paura, angoscia, disperazione, spesso sfiducia e chiusura. Noi abbiamo bisogno, se davvero vogliamo la pace, di prendere atto che così non possiamo andare avanti, che abbiamo bisogno di reagire. Oggi, le Nazioni Unite ci aiutano a ripensare a questo straordinario valore di cui abbiamo grande bisogno, ma che possiamo raggiungere soltanto se ce ne occupiamo quotidianamente e non quando purtroppo avvertiamo la sua assenza.

D. – I conflitti armati e la mancanza di pace attaccano i pilastri dello sviluppo sostenibile, quindi è in gioco il nostro futuro...

R. – Certamente, la situazione è drammatica: il mondo è un posto sempre più disordinato, è un posto dove i problemi purtroppo continuano a sommarsi, senza che nessuno di questi venga realmente risolto, è un posto sempre più pericoloso. Le guerre, la proliferazione delle armi, la disponibilità di tante persone a imbracciarle, a usarle, ci mette in una situazione di gravissimo pericolo. Per questo, abbiamo bisogno di più responsabilità personale. Abbiamo bisogno che ciascuno di noi faccia la sua parte e si assuma le proprie responsabilità.

D. – Interessi economici e sfruttamento delle risorse naturali sono sempre più spesso all’origine dei conflitti...

R. – Lo sono sempre stati. Oggi, di fronte a questa grande crisi mondiale, epocale, di fronte al fallimento di questo sviluppo competitivo, disordinato e violento, tutto questo diventa ancora più grave e ancora più pericoloso. Abbiamo bisogno di cambiare la nostra idea di sviluppo, abbiamo bisogno di rivedere il nostro modo di vivere insieme, il nostro modo di produrre, di consumare, la nostra disponibilità a stare insieme agli altri e non a vivere in maniera chiusa ed egoistica, pensando solo a noi stessi e al nostro benessere immediato.







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