Rapporto Oxfam: i biocarburanti in Europa affamano il pianeta
“Serbatoi pieni, pance vuote”. Questo il motto della campagna promossa che dall’Oxfam
- confederazione internazionale di organismi umanitari – per denunciare la politica
dell’Unione Europea in tema di biocarburanti. Entro il 2020, il 10% dell’energia per
i trasporti europei dovrà infatti provenire da fonti rinnovabili. Ma puntare sui biocarburanti
è un grande errore, secondo il Rapporto Oxfam “BadBio”. Roberta Gisotti ha
intervistato Elisa Bacciotti, responsabile della campagna:
D. - Perché
la produzione di biocarburanti genera fame?
R. - Perché la terra utilizzata
per produrre biocarburanti per le auto europee avrebbe potuto sfamare ben 127milioni
di persone in un solo anno.
D. - Qual è il collegamento diretto?
R.
– E’ la politica europea nel settore delle energie rinnovabili, nata da un intento
positivo, cioè quello di promuovere sempre più l’utilizzo di fonti rinnovabili nell’energia,
soprattutto per quanto riguarda i trasporti. Ma queste fonti rinnovabili sono biocarburanti
ottenuti da colture alimentari, in particolare dal mais. Per cui, tramite questa politica,
se si aumenta la domanda di biocarburanti si riduce la quantità di questi prodotti
per il consumo umano.
D. - Quindi, per fare bene si è fatto peggio…
R.
- Spesso, ci hanno detto che l’utilizzo dei biocarburanti avrebbe ridotto le emissioni
di anidride carbonica e quindi rallentato gli effetti del cambiamento climatico, ma
in realtà non è vero nemmeno questo. Perché la produzione di biocarburanti non diminuisce,
ma anzi può aumentare anche gli effetti del cambiamento climatico. Quindi, i biocarburanti
spacciati per una soluzione ad un problema, aggravano un ulteriore problema che è
quello della fame.
D. - Allora, quali alternative ci sono per rendere più
sostenibile il settore dei trasporti?
R. - Ci sono molte alternative. Per esempio,
investendo nelle auto a energia elettrica, che sono in fase di grande sviluppo, possiamo
introdurre standard più elevati di efficienza energetica ai quali le case automobilistiche
debbano sottostare. Ci sono numerose alternative di medio periodo.
D. - Il
vostro Rapporto è stato presentato al Consiglio europeo dei ministri dell’Energia,
che si è svolto a Cipro. C’è stata una risposta?
R. - C’è stata una risposta
incoraggiante, perché l’Unione Europea - nelle parole di un rappresentante della Commissione
- ha manifestato la volontà di rivedere questo obiettivo e quindi abbassarlo dal 10%
al 5%. È una prima risposta positiva.
D. - Segno che mobilitare ed informare
la società civile porta però dei risultati…
R. - Assolutamente sì. È una prima
vittoria, ma noi continueremo a lavorare affinché ce ne siano altre, assieme alle
persone del sud del mondo che sono le più colpite dai problemi della fame e del cambiamento
climatico.