Migrazioni in aumento verso i Paesi Ocse. In Italia mercato del lavoro troppo statico
Il rallentamento nelle migrazioni verso i Paesi Ocse, causato dalla crisi economica
globale, sembra volgere al termine. E' quanto emerge dal Rapporto 2012 "Prospettive
sulle Migrazioni Internazionali stilato dall'Ocse". Gli stranieri, soprattutto in
Italia, sono i più colpiti dalla crisi economica. Alessandro Guarasci:
Nella maggior
parte dei Paesi Ocse i flussi sono calati nel 2010, ma già a fine 2011 è cominciata
la ripresa che si consoliderà nel 2012. In Italia, secondo l’ultimo censimento Istat,
la diminuzione è stata più sensibile rispetto al Nord Europa. I Paesi del Mediterraneo
dell’Eurozona stanno infatti risentendo di più della crisi, e questo incide sugli
arrivi. In Italia, poi, il mercato del lavoro è ancora troppo statico. Carla Collicelli,
corrispondente in Italia per il rapporto Ocse:
“Il mercato del lavoro italiano
continua ad essere, anzi è sempre più un mercato duale, e quindi continua a presentare
posizioni lavorative che gli italiani assolutamente non vogliono assumere. C’è, dunque,
un fattore di attrazione che porterà sicuramente altri stranieri nel nostro Paese”.
La
crisi sembra essere più spietata con gli stranieri. Nell'area Ocse, il tasso di disoccupazione
tra gli individui nati all’estero è aumentato di quattro punti percentuali tra il
2008 e il 2011, rispetto ai 2,5 punti per le persone del posto. In Italia, quindi
si cerca di selezionare i nuovi arrivi, anche in base alle competenze e alle esigenze
delle aziende. Natale Forlani, direttore generale per l’immigrazione del Ministero
del lavoro:
“Noi stiamo facendo accordi diplomatici, che prevedono modelli
di selezione, di formazione, per ingressi che peraltro verranno gestiti non con le
domande generiche presentate allo sportello, in una giornata - il cosiddetto 'click
day’ - ma attraverso un processo di domanda e offerta reale”.
L’Ocse rileva
poi che la stragrande maggioranza dei Paesi occidentali nel 2010-2011 ha adottato
politiche restrittive sul fronte dell’immigrazione.