Mafie e traffico di esseri umani al centro della Carovana Missionaria della Pace 2012
Potere delle mafie, tratta di esseri umani, disastro ambientale: sono i temi che saranno
al centro degli incontri organizzati nell’ambito della Carovana Missionaria della
Pace 2012, che porterà 50 giovani di diverse parti d’Italia in diverse località della
Campania, dal 25 al 30 settembre. Il servizio di Fausta Speranza.
Lo slogan che
accompagnerà i giovani è: “I change”. Nella convinzione che “Io cambio” debba essere
l’affermazione di tutti. A cambiare deve essere innanzitutto la mentalità per imparare
che la lotta alla mafia non è solo questione di ordine pubblico, afferma padre
Alex Zanotelli, missionario comboniano che ha vissuto tanti anni in Africa e che
oggi lavora a Napoli:
“Il potere alle mafie si toglie dal basso. Basterebbe
pensare al disastro ambientale. Parte di questo disastro è dovuto proprio alle mafie:
i rifiuti tossici, i roghi che continuano in Campania. Se noi riuscissimo a togliere
questi rifiuti tossici dalle loro mani, impedire loro per esempio di non seppellire
più rifiuti tossici, per cui noi moriamo di leucemia, sarebbe la vera lotta contro
la mafia. Direi che sia fondamentale incominciare a capire che la pace non è soltanto
il problema della guerra o delle armi, che resta purtroppo sempre fondamentale, ma
che c’è un’altra pace che l’uomo deve fare: con l’ambiente, con la natura. C’è bisogno,
oggi, di una vera e propria rivoluzione culturale, ma soprattutto spirituale”.
Mafie
e ambiente ma anche traffico di esseri umani. Nel percorso della Carovana della Pace
2012 c’è la tappa a Castelvolturno, dove c’è una frande comunità di persone provenienti
dall’Africa. Lì si parlerà di tratta delle donne. Ancora padre Zanotelli:
“Sono
5 o 6 mila africani che vivono a Castel Volturno. Abbiamo a che fare con una situazione
davvero gravissima. Non possiamo più trattare gli esseri umani come li stiamo trattando
e soprattutto dobbiamo smettere di essere solo fortezza contro gli immigrati illegali.
Penso che il Mediterraneo ormai sia un cimitero, il cimitero nostro. E poi non possiamo
accettare questo come credenti, ma soprattutto dobbiamo incominciare a capire che
non possiamo trattare come trattiamo, in particolare in Campania, questa gente che
lavora. Sono loro ormai che fanno il lavoro agricolo, sotto il caporalato, pagati
pochissimo, a volte anche per 15 ore al giorno a raccogliere pomodori o quant’altro.
E’ qualcosa che dobbiamo fronteggiare. Ogni essere umano è un figlio di Dio e deve
essere rispettato”.
L’iniziativa della Carovana è alla sua quinta edizione
però quest’anno in particolare vede il contributo di tantissime realtà ecclesiali:
dalla Fondazione Missio della Cei a Pax Christi, dalla Banca Etica alla Chiesa locale.
Don Alfonso Raimo, tra gli organizzatori dell'evento:
“Attorno al
bene, si possono aggregare tante realtà, anche diverse e socialmente lontane. Io parlo
non soltanto adesso come membro di un organismo della Cei come Missio, che è un Osservatorio
per cogliere la ricchezza, parlo anche come campano. Ho seguito questa Carovana fin
dalle origini, in quanto parroco in una comunità che viene visitata e anche in questa
circostanza mi sono reso conto di come un’iniziativa, che parte in sordina e ignorata,
alla fine possa creare entusiasmo ed aggregazione”.
Nella convinzione che
in Campania o altrove non ci siano solo piaghe da guarire, la Carovana si fermerà
ad ascoltare anche realtà territoriali di forte impegno, come l’Istituto Icatt, che
sperimenta la custodia attenuata, una formula di penitenziario che scommette in particolare
sulla riabilitazione del detenuto.