La Francia chiuderà domani 20 ambasciate dopo la pubblicazione delle vignette satriche
su Maometto
Clima di tensione in Francia dopo la pubblicazione, ieri, di alcune vignette satiriche
su Maometto sul settimanale “Charlie Hebdo”. Parigi ha deciso di chiudere, domani,
le ambasciate francesi in 20 Paesi più a rischio. E dal Cairo il grande imam di al
Azhar, Ahmed al Tayyeb, afferma che le vignette alimentano l’odio sotto la copertura
della libertà di espressione. La Casa Bianca: sono offensive ma niente giustifica
la violenza. Il servizio di Debora Donnini:
La Francia
adotta misure di sicurezza nelle sedi diplomatiche, in particolare al Cairo. Oltre
alla chiusura delle ambasciate, venerdì, in 20 paesi, è stata vietata la manifestazione
contro il film ritenuto blasfemo convocata per sabato a Parigi. Il premier Ayrault
ricorda che in Francia chi si sente offeso può ricorrere alla magistratura. Da al
Azhar, al Cairo, il più importante centro teologico sunnita, il gran imam al Tayyeb
afferma che la pubblicazione delle vignette alimenta l’odio sotto la copertura della
libertà di espressione. Provocatorie e oltraggiose le definisce la Lega araba che
lancia un appello a tutti i musulmani che si sentono offesi ad usare mezzi pacifici
per esprimere il loro rifiuto. L'amministrazione Obama comprende come le vignette
pubblicate in Francia siano ''offensive per molte persone e incendiarie'', ma ribadisce
che ''nulla può giustificare la violenza'', ha detto detto il portavoce della Casa
Bianca, Jay Carney. L'Associazione siriana per la Libertà, con base nella capitale
francese, avrebbe denunciato al tribunale di Parigi il periodico Charlie Hebdo per
"incitazione all'odio", riferiscono fonti giudiziarie. La denuncia verrà ora esaminata
dal tribunale che ha aperto un'inchiesta sull'attacco di hacker al sito del periodico
che, intanto, è andato esaurito. Da registrare le parole del cardinale Vingt-Trois,
presidente della Conferenza episcopale francese: “Non si può dire qualsiasi cosa protetti
dalla libertà di espressione”. “Le vignette – ha concluso – susciteranno la repulsione
di molti fedeli musulmani”.
Su quanto sta accadendo in Francia e sulle violenze
scatenate dal film su Maometto, ascoltiamo l'opinione dello scrittore musulmano iracheno
Younis Tawfik, docente di cultura araba all’Università di Genova:
R. - Innanzitutto,
io come scrittore e uomo di cultura detesto qualsiasi uso della creatività, dell’arte,
per offendere le religioni, qualsiasi essa sia. Noi musulmani non siamo abituati a
questo tipo di blasfemia. Condanno fermamente le violenze che vengono poi strumentalizzate
per portare avanti progetti ben disegnati. Per cui, possiamo protestare e dimostrare
il nostro disdegno, ma ovviamente senza ricorrere alle violenze.
D. - Cosa
urta la sensibilità dei musulmani e secondo lei dietro tutto questo c’è anche un diffuso
sentimento antiamericano?
R. - Forse noi, a differenza degli occidentali, abbiamo
ancora più venerazione nei confronti di certe figure - in questo caso Dio ed il suo
profeta e tutti gli altri profeti menzionati nel Corano - e questo urta i sentimenti
quanto urta il credo di per sé. Abbiamo questa sensazione che qualcuno lo faccia appositamente,
cerca di offendere per creare lo scontro. Per quanto riguarda invece gli Stati Uniti
d’America, questo è un argomento molto lungo e spinoso: oggi, gli Stati Uniti d’America
vengono accusati di essere innanzitutto il protettore in assoluto di Israele, vengono
considerati come nuovo rappresentante dell’Occidente colonialista, in questo caso
imperialista.
D. - Sulle vignette satiriche in Francia, il settimanale in
questione aveva già pubblicato nel 2006 le caricature apparse sulla stampa danese.
Le chiedo: dove finisce la libertà di espressione?
R. - Dal mio punto di vita,
si sta assistendo ad una decadenza della civiltà occidentale, perché la libertà di
espressione deve avere già un limite etico suo e questo non lo vedo assolutamente.
La mia libertà si ferma dove inizia quella dell’altro. Posso dire che l’ultimo viaggio
del Papa in Libano è stato un segno straordinario da parte della Chiesa Cattolica
nei confronti del mondo musulmano, abbiamo visto come il Papa è stato ricevuto. È
stato un grande segnale, una grande lezione che è stata data. Ma mi chiedo: come mai
le persone colte, gli intellettuali, i governi occidentali non sostengono questa linea
del Papa per arrivare poi a una riconciliazione con il mondo musulmano?
D.
- Allora non sarebbe il caso di abbassare i toni?
R. - Ripeto: il discorso
del Papa, il suo viaggio è già un passo gigantesco che è stato fatto nei confronti
del mondo islamico. Ma se questo non viene sostenuto, ovviamente non avrà poi modo
di andare avanti. E’ necessario però che il passo sia collettivo e da ambedue le parti.