2012-09-18 15:56:30

Salute e siti contaminati in Italia: studio dell'Iss parla di mortalità in continua crescita


La mortalità generale nell’area di Taranto tra il 1995 e il 2002 è aumentata del 10% rispetto alle attese, mentre quella per tumore polmonare è superiore del 30%. Sono alcuni dei dati emersi dal Progetto "Sentieri", dell’Istituto superiore di sanità (Iss), reso noto a novembre, e presentato oggi a Roma, dai titolari dei Ministeri di Ambiente e Salute, Clini e Balduzzi. Vi si analizza il rischio mortalità per i cittadini residenti in 44 siti italiani contaminati, per i quali sono avviate o previste bonifiche. “Una guida per lo sviluppo futuro nel rispetto di ambiente e salute” così il ministro Clini. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

C’è una gran parte dell’Italia avvelenata dallo sviluppo industriale. Soprattutto al Sud, dove l’industrializzazione è stata più localizzata e dove ha ignorato la qualità dell’ambiente. Tra i 6 milioni di cittadini, in 298 comuni esaminati dal progetto “Sentieri”, in otto anni la mortalità è infatti risultata superiore rispetto alle medie regionali: 10 mila morti in più considerando tutte le cause, 3.508 solo per malattie riconducibili alla vicinanza da impianti vari, discariche o miniere. Il ministro dell’ambiente, Corrado Clini:

“Sono dati che si ritrovano in tutte queste aree che hanno conosciuto 50-60 anni di industrializzazione, che non aveva in mente né i problemi della salute né quelli dell’ambiente. Perci,ò sono dati che ci possiamo attendere”.

Più morbo di Parkinson nelle vicinanze di impianti legati al piombo, più tumori e malattie polmonari intorno a complessi petrolchimici e siderurgici, più malformazioni congenite e malattie renali laddove si lavorano metalli pesanti o idrocarburi. Il nesso di causalità è certo, dicono gli esperti, però solo per l’amianto per cui servono più misure preventive e più incentivi miranti alla riconversione degli impianti e già in atto, secondo il Ministero dell’ambiente. Proprio all’amianto sarà dedicato inoltre, in ottobre, un convegno a Venezia. Fatto positivo è che non si tratta di una strada senza ritorno, e lo studio "Sentieri" lo dimostra. Pietro Comba dell’Istituto superiore di sanità:

“Noi abbiamo dati molto positivi, a cominciare da Biancavilla, in provincia di Catania, dove grazie al risanamento ambientale tempestivo si è bloccata la dispersione di fibre di fluoro-edenite, simile all’amianto, che aveva causato un aumento importante dei mesoteliomi pleurici”.

Più sfumato, a un rapporto di forte sospetto, il nesso di causalità tra inquinamento - mortalità e malattie in altri siti industriali quali Porto Torres, Gela, le miniere del Sulcis, la chimica di Porto Marghera e gli stessi impianti industriali di Taranto. I nuovi dati sulla mortalità nel sito dell’Ilva saranno resi noti il 12 ottobre, frutto – ha spiegato il ministro della Salute, Renato Balduzzi – di monitoraggi biologici su allevamenti e itticultura:

“Il Ministero della salute questo deve fare: deve dare dati affidabili, certi, validati, non alzare polemiche o creare allarmi”.

A Taranto, comunque, la situazione resta critica, il solo fatto che se ne stiano occupando i periti non è un buon segnale. Ancora il ministro Clini:

“Questo vuol dire che manca a livello nazionale una organizzazione che considera le analisi di dati della salute come parte integrante delle politiche di gestione del territorio. 'Sentieri', da questo punto di vista, è uno strumento molto importante. Io mi auguro che tra le iniziative in corso da parte delle autorità giudiziarie, quelle del Ministero dell’ambiente, e spero quelle dell’azienda, si cominci a costruire un percorso completo di risanamento”.







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