La Camera approva il decreto per la bonifica dell'Ilva
Non siamo di fronte alla chiusura. E’ quanto ha detto il ministro dell’Ambiente Corrado
Clini a proposito dello stabilimento Ilva di Taranto: lunedì i custodi giudiziari
hanno disposto la fermata di alcuni impianti sigillati dal 26 luglio scorso. Stasera
intanto l’Aula della Camera ha approvato a larghissima maggioranza il decreto legge
per la bonifica dell’area. Il provvedimento passa ora al Senato. Servizio di Giampiero
Guadagni
Se
l’Ilva chiudesse perderemmo l’industria italiana. L’importanza della posta in gioco
è riassunta dal ministro dell’Interno Cancellieri in visita a Genova, l'altra capitale
della siderurgia e che teme i contraccolpi di quanto avviene a Taranto. Oggi il presidente
dell'Ilva Ferrante ha depositato alla Procura della Repubblica di Taranto un piano
di interventi immediati di risanamento degli impianti dell'area a caldo sotto sequestro.
Il piano prevede investimenti per 400 milioni di euro. L'Ilva intende coprire i depositi
di minerali, considerati tra le fonti prime d'inquinamento a Taranto. Ferrante chiede
se l'azienda può continuare a produrre, sempre rimanendo in linea con quanto stabilito
dal tribunale del riesame che ha confermato il sequestro senza facoltà d'uso degli
impianti. In campo anche il ministro dell’Ambiente Clini, che definisce gli ultimi
provvedimenti dei custodi giudiziari un passo non verso la chiusura ma verso il risanamento,
per il quale saranno comunque necessari almeno tre-quattro anni. Intanto il ministro
della Salute Balduzzi fa sapere che saranno resi noti il 12 ottobre i nuovi dati sulla
mortalità nel sito dell'Ilva di Taranto.