Il Consiglio Nazionale degli Utenti: eliminare la pubblicità dei giochi d'azzardo
dalla tv
Il gioco d'azzardo ha registrato nel 2012 un vero boom, con una raccolta complessiva
che finora supera i 51 miliardi di euro, +20% rispetto allo stesso periodo del 2011.
Per il Cnu, organismo dell’Autorità delle Comunicazioni, serve mettere un freno alle
ludopatie, intervenendo prima di tutto sulla pubblicità. Alessandro Guarasci
ha sentito Luca Borgomeo, presidente del Cnu
R. – Noi proponiamo
come Consiglio degli utenti e come associazioni – ne sono rappresentate oltre 50 nel
Cnu – chiediamo che sia eliminata la pubblicità televisiva del gioco d’azzardo, anche
perché in questo dato dell’aumento esponenziale del gioco c’è una grande differenza
fra l’andamento del cosiddetto gioco con poco azzardo, cioè lotto, lotterie, gratta
e vinci, e un grandissimo aumento, elevatissimo, del gioco d’azzardo vero, quello
della roulette, del poker, delle carte, che sono in crescita continua, tanto che lo
stesso monopolio di Stato denuncia un calo del gettito tributario derivante dai giochi
tradizionali e un abbassamento del vantaggio erariale. Questo, però, non attenua le
nostre preoccupazioni, anzi avvertiamo che questo cancro sociale, che è il gioco d’azzardo,
non viene affrontato e non viene considerato come una vera e propria emergenza sociale
dal governo.
D. – Il decreto legge Balduzzi, secondo voi, è troppo morbido?
R.
– Spiace, perché va dato atto a Balduzzi che sia stato l’unico nel governo, insieme
al ministro Riccardi, a sollevare il problema, nel silenzio totale della presidenza
del Consiglio e nel silenzio totale del Ministero dello Sviluppo economico. Ma il
decreto Balduzzi, per la parte che riguarda i giochi, è stato svuotato, come un pollo
è stato spennato penna a penna, e ne è rimasto ben poco. C’è la buona intenzione,
ma certamente non è la distanza dalle sale da gioco, che può attenuare, può determinare
un abbassamento del volume dei giochi.
D. – Insomma, la pubblicità dei giochi
va considerata come quella del fumo o dell’alcol, secondo voi?
R. – Certamente,
perché se è vero che il fumo fa male, se è vero che gli alcolici fanno male, altrettanto
è vero che il gioco fa male, con una differenza in più: che i primi due fanno male
alla salute, mentre il gioco fa male non solo alla salute, ma anche al portafoglio
dei giocatori, i quali devono sapere che matematicamente perdono. Anche se qualcuno
vince in certi momenti, si perde sempre, perché il banco ha un vantaggio mediamente
del 30 per cento. Quindi, è soltanto la necessità di tentare un colpo che cambia la
vita, che induce molti in stato precario, soprattutto i più deboli gli anziani, coloro
che hanno grandissime difficoltà economiche, a sperare in un colpo di fortuna. Nella
stragrande maggioranza dei casi, invece, il gioco non fa che accrescere le loro difficoltà,
se non esporli, come ha messo bene in evidenza il ministro Balduzzi, a rischi gravissimi
per la salute.