2012-09-18 14:29:15

Colombia: a causa di abusi e violenze molti bambini entrano in gruppi criminali


Essere bambino in Colombia è una dura realtà. Nei primi 4 mesi del 2012 ne sono morti 342 per cause violente, il 60% dei quali nelle principali città del Paese, prima di tutte la città di Cali. Ogni giorno ne vengono uccisi 3, oltre un milione sono quelli che lavorano, altrettanto allarmante è il numero di quelli reclutati dai gruppi armati e di quelli che subiscono violenze e maltrattamenti in famiglia, come pure i minori che diventano delinquenti e autori di omicidi. Secondo un rapporto dell’Agencia de Periodismo Aliado de la Niñez, el Desarrollo Social y la Investigación (Pandi), ripreso dall'agenzia Fides, lo scorso anno sono stati assassinati 1.177 bambini, bambine e adolescenti. Per molti di loro e per i 19.617 che nel 2011 hanno subito maltrattamenti e aggressioni fisiche, i carnefici sono stati genitori e parenti più vicini. Le bambine tra i 10 e i 14 anni sono le principali vittime, circa 7.300. La stragrande maggioranza dei casi di violenze di questo tipo si registrano nelle città, perché nelle campagne, nonostante la violenze sui minori siano una costante, a causa delle difficoltà che le autorità incontrano per accedervi e per la paura, le denunce sono poche. Altra grave piaga che riguarda i piccoli è il reclutamento ad opera di gruppi criminali e bande armate. In uno studio realizzato dall’Icbf (Instituto Colombiano de Bienestar Familiar) nel corso di 4 anni, emerge che circa 18 mila piccoli con un’età media di 12 anni siano arruolati in guerriglie e bande criminali mafiose. Il 57% sono maschi, il 98% ha dichiarato di aver subito torture e di essere stato costretto ad assistere e a commettere atrocità. La miseria nelle aree rurali costringe inoltre molti piccoli a lavorare per aiutare le famiglie. Nonostante le campagne governative per limitare il fenomeno, lo scorso anno c’è stato un aumento del 39,5%, 1.466.000 minori lavoratori. Del totale segnalato, il 23% dei bambini tra 5 e 17 anni non frequenta la scuola perché lavora e oltre la metà del totale, il 57%, non riceve alcun compenso. In un quadro così desolante non risulta strano l’aumento del numero di piccoli delinquenti. (R.P.)







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