Pakistan: musulmani e cristiani uniti nel condannare il film blasfemo
Non si arrestano le proteste in tutto il mondo islamico per il film blasfemo sul profeta
Maometto che ha già causato numerosi incidenti e la morte, la scorsa settimana, dell’ambasciatore
americano Chritsopher Stevens e tre suoi collaboratori durante l’attentato di un gruppo
armato al consolato Usa a Bengasi, Libia. La protesta è arrivata anche in Pakistan
dove nei giorni scorsi in diverse città si sono susseguite manifestazioni durante
le quali centinaia di persone hanno condannato la pellicola. Accanto alla maggioranza
islamica pakistana, però, sono scesi in piazza anche i cristiani pakistani per condannare
il film. La Commissione diocesana per il dialogo interreligioso di Faisalabad, sabato
scorso, ha indetto una conferenza stampa alla quale hanno preso parte una cinquantina
di importanti personalità, cristiane e musulmane durante la quale hanno condannato
all’unisono la pellicola e bollato gli autori come “agenti di Satana”, chiedendo,
inoltre, al governo di pretendere scuse ufficiali da parte dell’ambasciata Usa in
Pakistan. È terribile “offendere la sensibilità dei musulmani per interessi oscuri
e malvagi”, sottolinea padre Mendes, come riporta l’agenzia AsiaNews, ex segretario
della Commissione nazionale di giustizia e pace. Il leader musulmano Muhammad Ibrahim
invece chiede l’estradizione in Pakistan del pastore Jones e dell’autore del film,
perché “siano processati dai tribunali della shariah”. (L.P.)