Mons. Tomasi sulla Siria: le Nazioni mettano da parte gli interessi egoistici e lavorino
per la pace
Le violenze in Siria mostrano l’inutilità della guerra come mezzo per risolvere le
divergenze. E’ uno dei passaggi dell’intervento di mons. Silvano Maria Tomasi, osservatore
permanente della Santa Sede presso l’Ufficio Onu di Ginevra, che ha tenuto ieri nel
corso della 21.ma sessione del Consiglio dei diritti umani. Ricordando i risultati
dell’inchiesta, illustrati sempre ieri dal presidente della commissione Pinheiro,
l’arcivescovo ha parlato di circa 30mila vittime dall’inizio del conflitto siriano
e di oltre un milione di sfollati. Il presule ha così invitato al rispetto dei diritti
umani, “la strada che può portare ad una soluzione” e pre-requisito essenziale per
i negoziati di pace. Mons. Tomasi ha evidenziato l’impegno della Santa Sede e le parole
chiare del Papa che ha condannato “senza ambiguità” le violenze nel Paese. Poi l’esortazione
alla comunità internazionale a mettere da parte “gli interessi egoistici, a sostenere
il processo politico attraverso una partecipazione condivisa”. Da qui l’invito ai
giornalisti a compiere fino in fondo il proprio lavoro, riferendo informazioni complete
per dare un quadro chiaro all’opinione pubblica, spiegando in particolare la futilità
della violenza. “I media – ha detto mons. Tomasi – possono aiutare a creare una cultura
di pace”. Infine ricordando l’importanza della primavera araba in Medio Oriente, ha
invitato a non soffocare le aspirazioni alla libertà perché “il popolo della Siria
e del Medio Oriente merita sostegno e solidarietà nel momento del bisogno”. “La promozione
dei diritti umani – ha concluso il presule - è una strategia efficace e indispensabile
per la pace”.