2012-09-16 10:33:00

Dopo le decisioni della Bce, la crisi in Europa è ad una svolta


Più fiducia nell'eurozona e nell'euro in tutto il mondo: sembra essere questo il primo risultato delle decisioni prese dalla Banca Centrale Europea e dell’approvazione da parte della Corte Costituzionale tedesca del fondo salva Stati, nei giorni scorsi. Il presidente della Bce, Draghi, che è stato il promotore del piano di acquisti di titoli di Stato da parte della Bce, sottolinea che “i gestori dei fondi stanno riportando i loro soldi in Europa". Ma gli ultimi passi fatti in Europa rappresentano davvero una svolta nella crisi economica che si vive ormai da tre anni? Fausta Speranza lo ha chiesto al prof. Paolo Guerrieri, docente di economia internazionale all’Università La Sapienza di Roma:RealAudioMP3

R. – Sì, perché in qualche modo hanno la possibilità di aprire una prospettiva. Basta chiedersi cosa sarebbe successo se invece non fossero passate queste decisioni, cioè se la Corte avesse risposto di no e Draghi non avesse potuto andare fino in fondo. Però a questo punto s’apre naturalmente un percorso importantissimo perché quello che si è fatto è un passo nella giusta direzione ma adesso sta alla politica europea, ai politici europei: devono fare questo percorso dell’Unione bancaria, devono fare soprattutto questo percorso per rinsaldare il piano delle politiche economiche. C’è adesso il discorso di una maggiore integrazione economica al fondo del quale si intravede il discorso dell’integrazione politica che in qualche modo si muoverà in parallelo. Adesso non si può tornare indietro. Non si deve pensare che, siccome la Bce interverrà e siccome abbiamo tempo, possiamo rimandare ancora una volta. Questo è stato il modo con cui in altre due occasioni, altrettanto favorevoli, il tempo si è sprecato e ci siamo ritrovati con i problemi più gravi di prima. Bisogna cogliere questa opportunità.

D. - Ci aiuta a vedere i prossimi appuntamenti che saranno una cartina tornasole per verificare se davvero si continuano a fare questi "compiti a casa" che vanno fatti…

R. – I prossimi appuntamenti sono innanzitutto quello per la costruzione di quella che si definisce un’unione bancaria europea, che poi significa stabilire a livello europeo meccanismi di sorveglianza che sarà la Banca Centrale Europea ad esercitare. Naturalmente vanno accompagnati da misure di garanzia comune da dare nei depositi bancari. Si tratta di avere mezzi per intervenire per le banche che devono essere chiuse o devono essere ristrutturate ma fondi non da affidare ai politici locali ma anche questi in mano europea. Questo è un passaggio che in realtà avrà una scadenza molto ravvicinata, perché entro il 1° gennaio bisogna varare il primo tassello, cioè la sorveglianza europea che sarà gestita dalla Banca Centrale Europea. Si partirà con le banche dei Paesi che sono oggi sotto aiuto, cioè che sono sotto programma Ue. Poi si aggiungeranno le banche di tutti i Paesi, le banche grandi, quelle cosiddette “sistemiche” e poi si arriverà alla fine del 2013, inizio 2014, che tutte le banche europee saranno sotto questa sorveglianza. E’ importante per una ragione fondamentale: la crisi europea è soprattutto questa crisi gemella, cioè crisi dei debiti degli Stati, di cui conosciamo bene gli effetti degli spread che sono saliti alle stelle, ma è anche la crisi dei sistemi bancari. Sono due crisi gemelle che vanno viste e affrontate separatamente, perché finora si sono alimentate in maniera pericolosissima. L’Unione bancaria è il primo tassello perché attraverso la sorveglianza europea che si istituirà presso la Bce, attraverso il Fondo salva-Stati, anziché dare gli aiuti agli Stati e gli Stati aiutare le loro banche, si potrà aiutare direttamente le banche. Questo è fondamentale per cominciare a tagliare quel legame perverso tra crisi dei debiti sovrani e crisi bancaria. Quindi, tra gli appuntamenti, l’appuntamento fondamentale, la cartina tornasole, sarà per ora questa. Tra l’altro c’è una decisione presa a fine giugno dal Consiglio europeo che ha stabilito che non appena sarà varato questo primo passo della sorveglianza europea si potrà cominciare ad aiutare direttamente le banche senza passare per gli Stati. Le prime banche a dover essere aiutate saranno le banche spagnole perché questo è importante per il sistema bancario spagnolo ma in realtà per il sistema bancario di tutti i Paesi. Poi ci sono tante altre scadenze, ma io porrei l’enfasi maggiore qui perché, se non si riuscirà a trovare un reale accordo su questo punto, tutto il resto diverrà estremamente più difficile.







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