Padre Lombardi: il messaggio del Papa è già la sua sola presenza qui in un momento
difficile
Il messaggio lanciato dal Papa nella sua prima giornata in Libano è già la sua presenza
qui oggi, il solo fatto di esserci: è quanto ha detto il direttore della Sala Stampa
vaticana, padre Federico Lombardi, al microfono di Alessandro Gisotti. Di seguito
la sua intervista.
In
un briefing con i giornalisti ieri sera a Beirut, padre Lombardi ha detto che
è stato un giorno pieno di incontri molto positivi e che il Papa ha cominciato già
sull’aereo a dare messaggi assai importanti circa il senso di questa visita nel Medio
Oriente. Padre Lombardi, interrogato circa dubbi su questo viaggio - nella situazione
attuale, e per i problemi che vi sono nel Medio Oriente, nell’atmosfera di tensione
e di conflitto che vi è nella regione - ha risposto che il Papa non ha mai dubitato
di venire e che al contrario, se ci sono problemi in una regione, c’è una ragione
di più per venire come messaggero di pace e portatore di parole di incoraggiamento.
Ha
poi aggiunto che il Papa parlerà ancora, dirà molte cose, ma che il cuore del suo
messaggio è la sua presenza come messaggero di riconciliazione. Ha quindi sottolineato
che il Papa, nel suo discorso all’aeroporto, ha messo l’accento sulla storia del Libano
come Paese della coesistenza di differenti religioni, di differenti comunità, in una
maniera armonica e conviviale, da guardare come un messaggio per il Medio Oriente
e per il mondo. Il Papa – ha osservato - si presenta con un’attitudine molto aperta
al dialogo e alle relazioni con le altre religioni.
Della primavera araba il
Papa in aereo – ha ricordato padre Lombardi - ha parlato in una prospettiva positiva
dicendo che si tratta di un movimento da apprezzare, come ricerca di libertà, di democrazia,
di credo, soprattutto per i giovani. Nello stesso tempo ha parlato anche contro la
violenza e del desiderio che la Chiesa ha perché cessi la violenza e riprenda il dialogo,
in particolare in Siria.
Padre Lombardi ha poi detto di essere rimasto toccato
dalle parole del Papa circa il ruolo e la responsabilità dei giornalisti: essendo
il messaggio del Papa un messaggio di pace, di incoraggiamento, il fatto che questo
messaggio passi, dipende in gran parte dai giornalisti.
I giornalisti hanno
fatto alcune domande a padre Lombardi:
D. - Lei ha parlato dell’impegno
della Chiesa nella società e di questo riferimento nell’Esortazione. Il ruolo della
Chiesa adesso sarà quello di essere leader di questa riconciliazione nel Medio Oriente?
Penso
– ha risposto padre Lombardi - che un aspetto importante dell’Esortazione sia quello
di mettere in rilievo il ruolo e la responsabilità dei laici nella società, incoraggiare
i cristiani ad esercitare il diritto di cittadinanza, di partecipazione, per essere
insieme nella costruzione della società. Ma non è una supremazia confessionale, bensì
un insegnamento generale della Chiesa.
D. - Molti cristiani si chiedono
qual sia la reale posizione del Vaticano circa la situazione in Siria. C’è paura in
Vaticano circa la sorte dei cristiani in Libano e in Siria?
Il Papa – ha
detto il portavoce vaticano - non viene come politico per dare soluzioni che non sono
di sua competenza. Viene come messaggero di pace, per dare un messaggio che è soprattutto
religioso e morale e questa è una dimensione assai importante per costruire la pace.
Invitare la gente a dialogare, cercare sempre soluzioni che non siano la violenza
e il ricorso alle armi, ma piuttosto il dialogo e il desiderio di ascoltarsi e capirsi.
La speranza è che i cristiani del Medio Oriente siano una forza, un elemento di dialogo.
I cristiani non sono un elemento di potere, ma piuttosto di dialogo e costruzione
della società. Nei Paesi del Medio Oriente sono una minoranza, ma minoranza qualificata
con un attitudine particolare per il dialogo, come ponti fra le differenti parti.
In questo senso la difficoltà e il desiderio di non prendere posizione per l’una o
l’altra parte, spesso, non è una questione di paura, ma di coraggio di essere al di
sopra, al di là delle divisioni.
D. - Qual è il messaggio del Papa per
il popolo siriano e il governo siriano e soprattutto per i cristiani della Siria?
Per
il governo siriano – ha detto padre Lombardi - il Papa non ha messaggi particolari
perché non è sua competenza dare messaggi per i governi. Ha dato principi generali:
cessare la violenza, non continuare ad importare armi. Il Papa ha invitato al dialogo
e alla riconciliazione, il suo messaggio è un messaggio di pace, di una personalità
che ha una autorità religiosa e morale, e non un potere politico specifico.
D.
- In che modo l’Esortazione apostolica può influire sulle questioni politiche in Medio
Oriente?
L’Esortazione – ha risposto - è per i cristiani del Medio Oriente,
per la loro testimonianza di cristiani, perché attraverso una testimonianza attiva
possano contribuire alla vita della società. Non è un documento che riguarda problemi
di carattere politico. In essa si parla di ecumenismo e di dialogo interreligioso.
D
- Il Papa è al corrente di ciò che sta accadendo nel nord del Libano? Conosce le proteste
dei musulmani e la questione del film?
Circa quello che è successo a Tripoli
e nel Medio Oriente – ha detto padre Lombardi – il Papa è informato dai suoi collaboratori,
così come nei giorni scorsi è stato informato. In aereo ha detto che era deciso a
venire nonostante la situazione della regione, per essere un messaggero di pace, senza
farsi influenzare dagli avvenimenti che accadono. Il Papa ha sottolineato che questa
situazione è grave, di tensione, di conflitto, ma per questo c’è da annunciare la
pace ed incoraggiare per costruire la pace.