P. Samir: "La presenza del Papa dà coraggio al Medio Oriente"
"La presenza di
Benedetto XVI in Libano, in Medio Oriente, è un incoraggiamento fortissimo. Siamo
tutti scoraggiati, soprattutto dal conflitto civile in Siria. Ma il Papa, con la sua
presenza qui, ci invita a non avere paura e a costruire insieme una civiltà pacifica.
Preghiamo per la Siria: speriamo che il Governo abbia il coraggio di abbandonare la
violenza e la popolazione rinunci alla vendetta violenta. Troppi innocenti stammo
morendo. Speriamo che la visita del Papa dia coraggio e buon senso. Soprattutto la
capacità di perdonare". P. Samir Khalil Samir sj, islamologo, commenta
da Beirut il 24mo Viaggio internazionale del Papa in Libano e le violenze che insanguinano
il mondo arabo in queste ore. "In Occidente si sente spesso dire che le religioni
sono la causa dell'odio e della violenza. In Libano e in Medio Oriente, invece, la
religione è considerata sia dai musulmani che dai cristiani, un punto di riferimento
per trovare valori comuni. La vita ci è data da Dio, da lui veniamo e da lui torneremo.
Ma si tratta di valori - come sottolineato da Benedetto XVI nel Palazzo presidenziale
di Baadba - comuni a tutte le grandi culture perché radicati nella persona umana e
non nelle religioni". "L'esortazione 'Ecclesia in Medio Oriente' - firmata dal
Papa a Beirut- è importante perché sottolinea che la Chiesa cattolica ha bisogno di
riforme, ma anche di coraggio e testimonianza. Indica la missione di noi cristiani
mediorientali: testimoniare la bellezza del Vangelo sia vivendo la comunione ecumenica,
sia nei confronti dei musulmani che vivono con noi e parlano la nostra lingua. Con
loro dobbiamo costruire insieme un progetto civile, sociale, economico e politico,
basato sui valori della pace e della convivenza. Queste sono le priorità che il Papa
continua a soottolinearci". "Il film 'L'innocenza dei musulmani' prodotto
negli Usa - aggiunge p. Samir - è sicuramente un'offesa, un attacco per il mondo islamico.
Ma non è ammissibile che un attacco verbale, o un'opera cinematografica, provochi
una risposta di violenza fisica e distruzione. Questo ormai succede troppo spesso
nel mondo islamico. Inoltre il grosso errore che si compie nei paesi arabi è generalizzare
e attribuire a gli Usa, a tutto l'Occidente o al mondo cristiano un film offensivo
come questo che è opera solo di un gruppo ben determinato di persone. Il senso della
Primavera araba dovrebbe essere proprio abbandonare questa mentalità medievale, della
dittattura e della violenza. Questa è l'aspirazione di tutti ed è ciò che viene ad
annunciare il Papa in Libano. Spetta soprattutto a noi cristiani praticare questi
valori del dialogo e della fraternità per insegnarli agli altri. (Intervista a
cura di Fabio Colagrande)