Sintesi dell'Esortazione apostolica “Ecclesia in Medio Oriente”: siate audaci testimoni
di Cristo
L'Esortazione apostolica Post-sinodale “Ecclesia in Medio Oriente” di Benedetto XVI
raccoglie quanto emerso dal Sinodo speciale per il Medio Oriente, svoltosi in Vaticano
nell'ottobre 2010 e dedicato al tema della comunione e testimonianza. L'Esortazione
è stata pubblicata in italiano, francese, inglese, spagnolo, portoghese, tedesco,
polacco ed arabo. Una sintesi in ebraico è disponibile sul sito in lingua ebraica
della Radio Vaticana. Sui contenuti del documento pontificio, ascoltiamo il servizio
di Isabella Piro:
Un appello accorato
e vibrante a tutto il Medio Oriente perché viva in pace, non dimentichi le proprie
radici e guardi al futuro con speranza e dinamismo: le pagine dell’Esortazione apostolica
Ecclesia in Medio Oriente racchiudono tutto questo ed esprimono l’attenzione pastorale
che Benedetto XVI ha per la regione, soprattutto in un momento di impressionante attualità.
Suddivisa
in tre parti, più un’introduzione ed una conclusione, il documento guarda anzitutto
al contesto mediorientale, un mosaico che richiede uno sforzo notevole per rafforzare
la testimonianza cristiana: essenziale, quindi, sia l’unità ecumenica - intesa non
come confusione, ma come riconoscimento e rispetto reciproco tra le Chiese di antica
tradizione e le comunità ecclesiali più recenti – sia il dialogo interreligioso con
ebrei e musulmani che, come i cristiani, credono in un unico Dio. Condannando, poi,
qualsiasi atto di intolleranza, discriminazione, emarginazione o persecuzione giustificato
in nome della religione, l’Esortazione ricorda che la presenza dei cristiani in Medio
Oriente non è casuale, ma storica e che essi hanno contribuito alla formazione della
cultura locale.
I cattolici, in particolare, hanno il diritto ed il dovere
di partecipare alla vita civile della regione e non devono essere considerati cittadini
di serie B. Di qui, il richiamo forte che il Papa lancia alla tutela della libertà
religiosa – somma di tutte le libertà, sacra e inalienabile – che include la possibilità
di scegliere il proprio Credo e di manifestarlo pubblicamente, senza rischiare la
vita.
Poi, Benedetto XVI si sofferma su due nuove realtà: la laicità e il fondamentalismo.
In forma estrema, la laicità diventa secolarismo e pretende di negare ai cittadini
l’espressione pubblica della religione, lasciando allo Stato il monopolio assoluto
nel settore. Vissuta in modo sano, invece, la laicità implica distinzione e collaborazione
tra politica e religione, nel rispetto reciproco. Quanto al fondamentalismo religioso,
esso cresce anche a causa del clima attuale di incertezza socio-politica ed alla scarsa
comprensione della religione, mirando alla presa di potere sulla coscienza delle persone.
Per questo, il Papa chiede a tutti i responsabili religiosi del Medio Oriente di sradicare
questo fenomeno, minaccia mortale per tutti i credenti.
L’Esortazione affronta,
quindi, la cruciale questione dell’esodo dei cristiani dai Paesi della regione: disperati,
vittime di conflitti, umiliati, sono costretti ad emigrare, nonostante abbiano costruito
le loro patrie nel corso dei secoli. Ma il Papa mette in guardia: un Medio Oriente
senza o con pochi cristiani non è più Medio Oriente. Di qui, l’invito ai politici
affinché non trasformino la regione in una realtà monocroma ed un appello ai Pastori
perché aiutino i fedeli in diaspora.
Più ‘tecnico’ nella sua seconda parte,
il testo si rivolge ad alcune delle principali categorie che costituiscono la Chiesa
cattolica: patriarchi, vescovi, sacerdoti, seminaristi, consacrati. A tutti loro viene
ricordata l’importanza dell’unità con il Vescovo di Roma, dell’annuncio coraggioso
del Vangelo, della gestione corretta dei beni ecclesiali, della testimonianza di una
vita irreprensibile, del riferimento alla Parola di Dio. Il Papa richiama poi il valore
sia del celibato, dono di Dio alla Chiesa, sia del ministero dei preti sposati, antica
tradizione orientale. Anche i laici, membri della Chiesa grazie al battesimo, sono
invitati ad essere audaci nella causa di Cristo, promuovendo la libertà religiosa
ed il rispetto della dignità della persona.
Un paragrafo a parte è poi dedicato
alla famiglia: per essa, Benedetto XVI chiede sostegno nei problemi e nelle difficoltà
e ricorda che si tratta di un’istituzione divina, fondata sul sacramento indissolubile
del matrimonio tra uomo e donna. “L’amore coniugale è il progetto paziente di tutta
una vita”, scrive il Pontefice: di fronte ai modelli contrari al Vangelo veicolati
da una certa cultura contemporanea, allora, la famiglia ritorni alla sua identità
più profonda, per essere davvero Chiesa domestica, maestra di preghiera, vivaio di
vocazioni, scuola di valori etici, cellula fondante della società. Ed al suo interno,
la donna sia alla pari dell’uomo e non sia discriminata, perché tali atti offendono
Dio stesso.
Il pensiero di Benedetto XVI va poi ai giovani: esortati a non
aver paura o vergogna di essere cristiani e a coltivare l’amicizia con Gesù, vengono
anche invitati a guardare alla modernità con saggezza, senza farsi sedurre dal materialismo
o dall’uso indiscriminato di certi social network che distruggono le vere relazioni
umane. Inoltre, il Papa chiede a genitori, educatori e istituzioni la tutela dei diritti
dei minori sin dal concepimento.
La terza parte dell’Esortazione la si potrebbe
definire ‘dottrinale’: il Papa raccomanda infatti una vera pastorale biblica per dissipare
pregiudizi o idee errate, e sottolinea l’importanza della liturgia il cui rinnovamento
– dove necessario – deve essere fondato sulla Parola di Dio. Essenziale poi il richiamo
al battesimo, che permette la comunione e la solidarietà, e ai sacramenti del perdono
e della riconciliazione, per promuovere iniziative di pace anche in mezzo alle persecuzioni.
Il
documento, poi, ricorda che l’evangelizzazione è una missione essenziale della Chiesa
e che quindi anche i cattolici del Medio Oriente devono rinnovare il loro spirito
missionario, sfida quanto mai urgente in un contesto multiculturale e pluri-religioso.
Un forte stimolo, in questo senso, potrà derivare dall’Anno della fede. E ancora:
il Papa si sofferma sulla carità e ricorda che, sull’esempio di Cristo, la Chiesa
deve farsi vicina ai più deboli, agli emarginati, ai sofferenti, ai poveri. Un ringraziamento
particolare viene poi rivolto a tutti coloro che operano in modo straordinario nei
centri educativi, nelle scuole, nelle università cattoliche poiché dimostrano che
c’è, in Medio Oriente, la possibilità di vivere nel rispetto e nella collaborazione,
attraverso l’educazione alla tolleranza.
L’Esortazione presenta, inoltre, alcune
proposte concrete, come una traduzione comune del Padre Nostro nelle lingue locali
della regione; l’indizione di un Anno Biblico, seguito da una Settimana annuale della
Bibbia; lo sviluppo delle nuove forme di comunicazione, essenziali per l’evangelizzazione;
un accordo ecumenico sul riconoscimento del battesimo tra la Chiesa cattolica e le
altre Chiese con cui è in dialogo teologico. Infine, il Papa chiede libero acceso,
senza restrizioni, per i fedeli che si recano in pellegrinaggio ai Luoghi Santi.
Nelle
ultime pagine del testo, Benedetto XVI torna ad invocare la pace legata alla giustizia,
e non solo come assenza di guerra. Politici e religiosi devono fare il possibile per
eliminare le cause delle sofferenze di tutti coloro che vivono in Medio Oriente, mentre
i cristiani devono dare testimonianza di Cristo uniti e con coraggio. Perché si tratta
di una testimonianza non facile, ma esaltante.