Legge elettorale: il monito di Napolitano ai partiti. Bersani apre alla trattativa
In Italia continua a tenere banco il dibattito per cambiare la legge elettorale. Un
nuovo monito ai partiti è arrivato giovedì sera dal capo dello Stato Napolitano, dopo
un incontro al Colle con il leader del Pd Bersani che riapre la trattativa, ma dice
no a modifiche che possano peggiorarla. Dal canto suo il presidente del gruppo Pdl
al Senato, Gasparri ribadisce: “è tempo di decisioni” e indica la via delle preferenze
come il modo migliore per consentire agli elettori di scegliere direttamente i parlamentari.
Cecilia Seppia ha raccolto il commento del costituzionalista Enzo Balboni.
R. – Credo che
il presidente della Repubblica per primo sa che questa continua esternazione di moniti,
di persuasione morale, è il massimo che si può fare nel nostro contesto in cui le
forze politiche e quindi i partiti dovrebbero avere loro l’iniziativa per raggiungere
una sintesi che trovi almeno una soddisfazione parziale per i loro interessi. E’ questa
la grossa difficoltà perché ci sono troppi interessi contrastanti dal punto di vista
dei risultati elettorali che si scontrano.
D. – Trovare un compromesso, una
mediazione in tempi brevi, questo lo ha auspicato anche Bersani del Pd che ha riaperto
la trattativa. Sicuramente è disposto a trattare sul reindirizzamento delle preferenze,
più complicata la questione invece del premio di maggioranza. Istituire un premio
di maggioranza al partito più votato, riuscirà a garantire una discreta governabilità?
R.
- Il premio di maggioranza di per sé non è uno scandalo, c’è stato già in altri ordinamenti,
c’è anche nella legge attualmente in vigore, c’è sotto diverse forme in Inghilterra
e anche in Francia. La cosa difficile e complicatissima è che i premi di maggioranza
dovrebbero ragionevolmente essere dati dalla coalizione, non al primo partito, perché
altrimenti il paradosso sarebbe che un partito del 25 per cento prende il 15, arriva
al 40 e siamo al di sotto dei livelli essenziali perché ci sia democrazia. Su questo
punto i due maggiori partiti, il partito democratico e il partito della libertà, sono
completamente opposti, nessuno dei due vuole favorire l’altro. Bisognerebbe trovare
un arbitro esterno, affidarsi al presidente della repubblica e dire: le nostre posizioni
sono queste decidi tu e la tua decisione la accettiamo tutti. Ma questo almeno alla
luce del sole non si può fare.
D. – Anche perché guardando alla prossima primavera
un modello proporzionale con un premio al partito e non alla coalizione, significa
assegnare un vantaggio sicuro a chi sostiene un Monti bis…
R. – Sì, non tanto
perché ci sia un sostegno diretto al Monti bis, quanto per il fatto che sicuramente
non uscirebbe una maggioranza di governo capace di governare e di fronte a problemi
che avremo ancora nella prossima primavera, giocoforza bisognerà ritornare a un cosiddetto
“governo tecnico”. Le cose sono molto complicate. Bisogna fare uno sforzo, fare tutti
un passo indietro, anzi un passo e mezzo indietro e accettare un onorevole compromesso.