Africa: sono oltre 3 milioni i migranti. I vescovi chiedono di sostenerli
Sono 16 milioni i migranti in tutto il mondo e, un quinto di questi sono africani.
Un numero che, secondo le ultime stime, sembra destinato a crescere: entro il 2025,
infatti, un africano su dieci potrebbe lavorare fuori al Paese d’origine. Per far
fronte a questa situazione, così tragica, su iniziativa del Simposio delle Conferenze
episcopali d’Africa e Madagascar (Sceam/Secam), è stato istituito un gruppo di lavoro
ad Accara, la capitale del Ghana, il cui obiettivo è proteggere i diritti dei migranti
sul piano nazionale, regionale e continentale. La questione è davvero molto complessa;
da un lato la categoria dei migranti, che comprende sfollati interni, gli apolidi,
i richiedenti asilo, gli studenti, i bambini, le vittime del traffico di esseri umani
e i semplici lavoratori immigrati, ha un ruolo chiave nell’economia dei Paesi. Molte
sono, infatti, le rimesse inviate dall’estero che contribuiscono alle entrate, incidendo
profondamente sull’economia interna. D’altro canto queste persone costituiscono “un
fattore che contribuisce alla destabilizzazione e alla distruzione delle famiglie
del continente”, come affermato da mons. Simon Ntamwana, arcivescovo di Gitega, Burundi.
A tal proposito, come riporta l’agenzia Misna, è stato istituito il gruppo di lavoro
presieduto da padre Mesmin Prosper Massengo, segretario generale delle Conferenze
episcopali dell’Africa centrale, al quale prendono parte anche esponenti delle Conferenze
episcopali regionali e organizzazioni umanitarie cattoliche, tra le quali Caritas
Africa. Il Secam nasce nel 1970, dopo il Concilio Vaticano II, dalla volontà dei vescovi
africani di parlare con un’unica voce, a seguito della prima visita di un Pontefice
nel continente africano, quella di Paolo VI nel 1969. (L.P.)