Viaggio in Libano. Il cardinale Tauran: la diversità non è pericolo ma ricchezza,
vivere insieme non è utopia
Sul viaggio del Papa in Libano Helene Destombes ha raccolto il commento del
cardinale Jean-Loius Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo
interreligioso:
R. – Direi che
il Papa, andando in Libano, ricorderà che la diversità, la pluralità non è sinonimo
di pericolo, al contrario è una ricchezza e questo si vede molto bene nel dialogo
ecumenico e nel dialogo interreligioso, due realtà molto vivaci in Libano. L’Esortazione
apostolica vuole dare il messaggio che vivere insieme non è una utopia, ma è una vocazione
e, infatti, il tema del Sinodo era “Comunione e testimonianza” e c’era un riferimento
alla prima comunità cristiana.
D. – Questa presenza del Papa in Libano è dunque
un richiamo alla comunione…
R. – Alla comunione tra cristiani e al dialogo
con i non cristiani. Questo – direi – è il Libano! Questo è dovuto al fatto che musulmani,
cristiani, drusi, tutti vanno a scuola insieme, hanno gli stessi libri, gli stessi
professori e per quanto ho visto quando sono stato lì – quattro anni e mezzo durante
la guerra civile – è la scuola che ha fatto il Libano: è l’istruzione. Questa apertura,
unica in quella parte del mondo, deve essere salvaguardata.
D. – Alcuni guardano
ad una dimensione politica di questo viaggio, con riferimento a quanto sta accadendo
in Medio Oriente …
R. – Quello del Papa è un viaggio apostolico e quindi non
va a portare la soluzione ai problemi politici. In Medio Oriente ogni problema non
è causato dalle religioni, ma ha sempre una dimensione religiosa. Questo fa parte
della cultura delle popolazioni di quella parte del mondo. Certo, si devono ricordare
anche i grandi principi del diritto internazionale, i diritti dell’uomo, quali la
libertà e anche la libertà di religione, che penso sarà evocata nell’Esortazione apostolica.