2012-09-13 14:09:41

Confindustria: crollo dei consumi, slitta ripresa. Cozzi: bisogna sostenere la domanda


Dati negativi sul fronte della ripresa per l’economia italiana. Secondo il Centro Studi di Confindustria, la recessione si prolunga e la ripresa è ritardata alla prossima primavera. I consumi pro-capite nel 2012 registreranno "la flessione più grave del dopoguerra, -3,6%, e nel 2013 torneranno sui livelli del 1997". Per l’Istat , poi, l’inflazione ad agosto è salita al 3,2%. Intanto la Bce avverte: un risanamento incompleto dei conti esporrebbe l’Italia a nuovi rischi. Il servizio di Debora Donnini:RealAudioMP3

E' un quadro a tinte fosche quello dipinto da Confindustria: con il Pil che quest’anno scenderà del 2,4% ma soprattutto l’allarme è sul fronte dei consumi pro-capite che registreranno la flessione più grande dal dopoguerra. La spesa delle famiglie diminuirà del 3,2 nel 2012 e dell’1% nel 2013. Non va meglio sul terreno dell’occupazione. In un anno i disoccupati sono cresciuti di 758mila unità. Sentiamo Tommaso Cozzi, professore di economia all’Università di Bari:

“Questi dati confermano, essenzialmente, il trend negativo, rispetto al quale si pensava di poter invertire la tendenza già nel 2012. In realtà, non potrà essere così, perché purtroppo ci sono delle situazioni che andrebbero risolte immediatamente. Siamo in una situazione di 'credit crunch', in cui le banche stanno continuando a diminuire, soprattutto il credito alle imprese. Ma credo si debba intervenire da parte delle istituzioni sul fronte del sostegno alla domanda, che in questo momento rappresenta l’unica via d’uscita; intervenire sul livello dei prezzi; intervenire sul livello delle tariffe. Probabilmente anche una flessione della pressione fiscale ridarebbe ossigeno e quindi liquidità alle famiglie, che potrebbero rimettere in moto un circolo virtuoso di spesa. Questa è la via, dal mio punto di vista, per uscire da questa situazione”.

L’Istat fa sapere che l’inflazione ad agosto è risalita al 3,2%. Nel mese passato il rincaro del carrello della spesa è del 4,2% su base annua. Intanto la Bce, nel bollettino mensile, lancia l’avvertimento: un risanamento incompleto dei conti esporrebbe l’Italia a nuovi rischi, ma se il paese centrerà gli obiettivi del programma di stabilità, il rapporto debito/pil raggiungerà il 123% nel 2012 per poi scendere al di sotto del 100% nel 2020. Segnalato anche un aumento della disoccupazione nell’eurozona. Ancora il professor Cozzi:

“Sicuramente è indispensabile raggiungere gli obiettivi di bilancio, come afferma la Bce. Se, però, continuiamo con questa velocità, senza alimentare contemporaneamente i consumi, probabilmente riusciremo anche a centrare gli obiettivi di pareggio di bilancio per il prossimo anno, ma sarà - direi - un pareggio teorico, perché nel frattempo, comunque, l’economia sarà ridotta allo stremo. Quindi, l’obiettivo di bilancio è sicuramente uno stimolo a fare bene, a risanare i conti - certo, è anche vero che l’esposizione del debito pubblico è diminuita - però stiamo drenando risorse alle imprese, soprattutto le piccole e medie imprese, alla media borghesia, che ormai è stata quasi annullata nella sua capacità di spesa. Quindi, raggiungere l’obiettivo di bilancio e la riduzione della spesa pubblica va bene, ma se poi restiamo senza capacità, non di spendere, ma di sopravvivere, non so se il risultato, in termini di politica economica, valga la pena che sia raggiunto con questa rapidità e in questo modo”.

Va meglio dal punto di vista delle entrate. Per il Bollettino di finanza pubblica di Bankitalia, è in calo il debito pubblico italiano che a luglio scende a 1.967 miliardi di euro. Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono aumentate nei primi sette mesi dell'anno di 7,7 miliardi di euro, più 3,6%, rispetto allo stesso periodo del 2011.







All the contents on this site are copyrighted ©.