Ambasciate Usa assediate in Egitto e nello Yemen. Navi da guerra americane verso la
Libia
Gli Stati Uniti hanno inviato due navi da guerra verso le coste libiche dopo l’assalto
al consolato di Bengasi costato la vita all’ambasciatore Chris Stevens ad altri tre
statunitensi. Per garantire la sicurezza alle sedi diplomatiche sono in viaggio verso
la Libia anche 200 marines. Le proteste continuano: oggi sono state assediate le ambasciate
Usa in Egitto e nello Yemen. A Sanaa sono morti due manifestanti. Intanto il presidente
Obama, intervenendo ad un incontro elettorale a Las Vegas, ha promesso che sarà fatta
“giustizia”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
Il messaggio
di Washington è chiaro. La violenza non scoraggia gli Stati Uniti: “No act of
terror will dim the light of the values”… “Nessun atto di terrore – ha detto
il presidente Obama offuscherà la luce dei nostri valori e nessun atto di violenza
scuoterà la determinazione degli Stati Uniti d’America”.
Gli assassini di Bengasi
– ha aggiunto Obama - saranno portati davanti alla giustizia. Per identificare i campi
di addestramento dei gruppi terroristi responsabili dell’attacco, saranno utilizzati
anche dei droni, aerei militari senza pilota. Sulla dinamica dell’attacco rimangono
diverse incognite. Certa, invece, la matrice terroristica. La Cnn riferisce che, in
base alle prime indagini, l’assalto dello scorso 11 settembre contro il consolato
americano di Bengasi sarebbe stato pianificato in anticipo da Al Qaeda. Il film prodotto
negli Stati Uniti su Maometto, ritenuto blasfemo, sarebbe stato solo un “diversivo”
per far scoppiare la rivolta. Le proteste proseguono anche oggi: scontri tra manifestanti
e polizia in assetto antisommossa sono avvenuti nei pressi delle ambasciate statunitensi
nello Yemen e in Egitto. A Sanaa, la polizia ha sparato sui manifestanti. Al Cairo
le forze di sicurezza hanno lanciato lacrimogeni contro la folla. Il presidente egiziano
Mohamed Morsi ha condannato fermamente l’attacco al consolato di Bengasi: “We
are not accepting these acts”… “Non possiamo accettare questi atti”, ha detto
il presidente Morsi. Il capo di Stato egiziano ha anche condannato le offese contenute
nel film su Maometto, “una linea rossa - ha aggiunto - che nessuno deve toccare”.
Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha sottolineato che la “violenza
non trova posto nella religione” e ha stigmatizzato il contenuto del film su Maometto.
Si tratta di un video – ha detto - “disgustoso e riprovevole”.
E sulla situazione
in Egitto, ascoltiamo il vescovo di Guizeh dei Copti, Antonios Aziz Mina, raggiunto
telefonicamente da Davide Maggiore:
R. - C’è tensione,
perché i sentimenti dei musulmani che sono offesi non fanno distinzioni tra le persone
che offendono e tutti i cristiani. Se la prendono anche con i cristiani che si trovano
sul posto, che hanno dimostrato il loro disagio per quello che è successo e che non
sarebbe dovuto accadere.
D. - Chi protesta, tuttavia, è una minoranza ..
R.
- Spero che si tratti di una minoranza, perché anche tra i media, ci sono quelli che
fomentano e altri che vogliono ridimensionare l’accaduto, sapendo che basta una scintilla
del genere, per accendere un fuoco che poi sarà difficile spegnere.
D. - Lei
personalmente è tranquillo per quanto riguarda l’evoluzione di questa vicenda?
R.
- Guardando con gli occhi della fede, io sono tranquillo. Umanamente parlando, non
c’è tranquillità. La regione non è tranquilla. Speriamo nella visita del Papa, che
sia veramente un messaggio di pace. Lui ci incoraggerà e ci darà un impulso per espandere
questo messaggio di pace che vogliamo dare a tutto il mondo e ai nostri fratelli con
i quali viviamo. La convivenza ha 1400 anni. Noi abbiamo imparato, abbiamo trovato
il nostro metodo per convivere insieme. Ho degli amici musulmani. Parecchi di loro
hanno molti amici cristiani. Se c’è paura? La paura non è solamente da parte cristiana,
anche i musulmani colti e ragionevoli, sanno che questo è un pericolo per la vita
della società. Fanno del loro meglio per poter calmare le acque e dire : “Guardate,
sì, bisogna fare una reazione, ma la reazione deve essere misurata, non smisurata”.