2012-09-13 14:25:44

Ambasciate Usa assediate in Egitto e nello Yemen. Navi da guerra americane verso la Libia


Gli Stati Uniti hanno inviato due navi da guerra verso le coste libiche dopo l’assalto al consolato di Bengasi costato la vita all’ambasciatore Chris Stevens ad altri tre statunitensi. Per garantire la sicurezza alle sedi diplomatiche sono in viaggio verso la Libia anche 200 marines. Le proteste continuano: oggi sono state assediate le ambasciate Usa in Egitto e nello Yemen. A Sanaa sono morti due manifestanti. Intanto il presidente Obama, intervenendo ad un incontro elettorale a Las Vegas, ha promesso che sarà fatta “giustizia”. Il servizio di Amedeo Lomonaco: RealAudioMP3

Il messaggio di Washington è chiaro. La violenza non scoraggia gli Stati Uniti:
“No act of terror will dim the light of the values”…
“Nessun atto di terrore – ha detto il presidente Obama offuscherà la luce dei nostri valori e nessun atto di violenza scuoterà la determinazione degli Stati Uniti d’America”.

Gli assassini di Bengasi – ha aggiunto Obama - saranno portati davanti alla giustizia. Per identificare i campi di addestramento dei gruppi terroristi responsabili dell’attacco, saranno utilizzati anche dei droni, aerei militari senza pilota. Sulla dinamica dell’attacco rimangono diverse incognite. Certa, invece, la matrice terroristica. La Cnn riferisce che, in base alle prime indagini, l’assalto dello scorso 11 settembre contro il consolato americano di Bengasi sarebbe stato pianificato in anticipo da Al Qaeda. Il film prodotto negli Stati Uniti su Maometto, ritenuto blasfemo, sarebbe stato solo un “diversivo” per far scoppiare la rivolta. Le proteste proseguono anche oggi: scontri tra manifestanti e polizia in assetto antisommossa sono avvenuti nei pressi delle ambasciate statunitensi nello Yemen e in Egitto. A Sanaa, la polizia ha sparato sui manifestanti. Al Cairo le forze di sicurezza hanno lanciato lacrimogeni contro la folla. Il presidente egiziano Mohamed Morsi ha condannato fermamente l’attacco al consolato di Bengasi:
“We are not accepting these acts”…
“Non possiamo accettare questi atti”, ha detto il presidente Morsi. Il capo di Stato egiziano ha anche condannato le offese contenute nel film su Maometto, “una linea rossa - ha aggiunto - che nessuno deve toccare”. Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha sottolineato che la “violenza non trova posto nella religione” e ha stigmatizzato il contenuto del film su Maometto. Si tratta di un video – ha detto - “disgustoso e riprovevole”.

E sulla situazione in Egitto, ascoltiamo il vescovo di Guizeh dei Copti, Antonios Aziz Mina, raggiunto telefonicamente da Davide Maggiore:RealAudioMP3

R. - C’è tensione, perché i sentimenti dei musulmani che sono offesi non fanno distinzioni tra le persone che offendono e tutti i cristiani. Se la prendono anche con i cristiani che si trovano sul posto, che hanno dimostrato il loro disagio per quello che è successo e che non sarebbe dovuto accadere.

D. - Chi protesta, tuttavia, è una minoranza ..

R. - Spero che si tratti di una minoranza, perché anche tra i media, ci sono quelli che fomentano e altri che vogliono ridimensionare l’accaduto, sapendo che basta una scintilla del genere, per accendere un fuoco che poi sarà difficile spegnere.

D. - Lei personalmente è tranquillo per quanto riguarda l’evoluzione di questa vicenda?

R. - Guardando con gli occhi della fede, io sono tranquillo. Umanamente parlando, non c’è tranquillità. La regione non è tranquilla. Speriamo nella visita del Papa, che sia veramente un messaggio di pace. Lui ci incoraggerà e ci darà un impulso per espandere questo messaggio di pace che vogliamo dare a tutto il mondo e ai nostri fratelli con i quali viviamo. La convivenza ha 1400 anni. Noi abbiamo imparato, abbiamo trovato il nostro metodo per convivere insieme. Ho degli amici musulmani. Parecchi di loro hanno molti amici cristiani. Se c’è paura? La paura non è solamente da parte cristiana, anche i musulmani colti e ragionevoli, sanno che questo è un pericolo per la vita della società. Fanno del loro meglio per poter calmare le acque e dire : “Guardate, sì, bisogna fare una reazione, ma la reazione deve essere misurata, non smisurata”.







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