Rincaro cereali. Appello Onu: sostenere l'agricoltura nel Sud del mondo e ridurre
sprechi
Il forte aumento dei prezzi dei cereali potrebbe innescare una crisi alimentare. E’
il timore dell’Onu che – attraverso l’Organizzazione per l’agricoltura e l’alimentazione
(Fao), il Programma alimentare mondiale (Pam) e il Fondo internazionale per lo sviluppo
agricolo (Ifad) - esorta la comunità internazionale ad agire per evitare tragiche
conseguenze su milioni di persone nel Sud del mondo. Il servizio è di Eugenio Bonanata:
Attenzione
ai poveri del pianeta e ai Paesi importatori di cibo. A fine agosto, secondo la Banca
Mondiale, i prezzi di granturco, farina, soia sono aumentati del 6 per cento rispetto
all’anno scorso. Il rischio di una nuova crisi alimentare è dietro l’angolo: nei giorni
scorsi le principali agenzie dell’Onu impegnate nel settore hanno diramato diversi
comunicati per sensibilizzare sui pericoli che potrebbero presentarsi già nei prossimi
mesi. Occorre agire subito a sostegno dell’agricoltura nei Paesi del Sud del mondo,
sottolinea il direttore generale della Fao, Graziano Da Silva, al microfono
di Rafael Belincanta:
"Un apelo para as paìses mantenerem sius programas
de ajuda... Non diminuire le donazioni provenienti dall’occidente, dice:
l’obiettivo di raggiungere la cifra di 200 milioni di dollari è sfumato, non siamo
neanche alla metà".
La Comunità internazionale – aggiunge - mantenga i
progetti di sostegno principalmente verso l’Africa dove stiamo lavorando per aumentare
la produzione di prodotti locali.
"A Africa produz... L’Africa
produce facilmente la manioca, i fagioli e altri tuberi e questa attività potrebbe
aiutare la situazione".
Si tratta di garantire lavoro e reddito nelle
aree rurali dove vive il 70 per cento dei poveri del Pianeta. La preoccupazione –
precisa ancora Da Silva - riguarda anche l’importazione di mais da parte di alcuni
Paesi come la Mauritania.
"Nào è so' os Estados Unidos... L’Europa
e gli Stati Uniti devono darsi da fare anche sul fronte dei biocarburanti: l’Onu sostiene
che bisogna rivedere le scelte di consumo soprattutto quando il mercato è sotto pressione.
Infine, il Nord del mondo, deve impegnarsi a ridurre gli sprechi alimentari".