Protezionismo e fabbisogno energetico. Le sfide lanciate dall’Apec di Vladivostok
No al protezionismo e lotta alla corruzione, sono le sfide centrali contenute nella
Dichiarazione finale del Forum dell’Apec, dei Paesi del Pacifico, conclusosi sull’isola
di Russkij, nei pressi di Vladivostok in Russia. La necessità di limitare il fabbisogno
energetico e l’aumento delle scorte alimentari sono altri punti fondamentali per il
prossimo futuro. Il servizio è di Giuseppe D'Amato: E’ un Putin sorridente
quello che appare davanti ai giornalisti per la conferenza stampa conclusiva. Tutti
gli obiettivi della vigilia, secondo il capo del Cremlino, sono stati raggiunti. Sia
quelli russi che quelli del forum. Gli incontri bilaterali informali hanno aiutato
a scongelare questioni bloccate da anni. Russi e giapponesi, ad esempio, hanno definito
una road map commerciale che supera il nodo delle isole Curili. L’invito del cinese
Hu Jintao a valutare bene i problemi territoriali è stato, quindi, in parte ascoltato.
Gli Stati Uniti hanno formalmente promesso di cancellare entro la fine del mese una
norma del 1974 che limita il commercio delle alte tecnologie con la Russia. La Cina
si è poi impegnata a mantenere la sua crescita per sostenere il recupero globale ed
ad aumentare la domanda interna. L’ultimo pensiero è per gli europei: mantenete unita
l’eurozona è l’invito dell’Apec. Il Pacifico comunque dunque è diventato un terreno
di tensioni anche commerciali, oltre che politiche. Non a caso il presidente cinese,
Hu Jintao, ha fatto appello a tutti i Paesi dell’Asia Pacifica al fine di preservare
la pace e la stabilità nella regione. Salvatore Sabatino ne ha parlato con
Fernando Mezzetti, esperto di Asia:
R. - In quell’area
ribollono tensioni non soltanto di tentazioni protezionistiche, come la Cina proclama.
Ci sono forti diffidenze verso la Cina cresciuta militarmente, economicamente, politicamente
e che fa incombere il suo peso su tutti i Paesi vicini per dispute territoriali. Tutti
si rivolgono, quindi, agli Stati Uniti, e non si rivolgono alla Russia per bilanciare
la Cina. D. - Non è un caso, forse, che l’Apec (Asia-Pacific Economic Cooperation)
sia stato organizzato proprio in questi giorni, in cui il presidente americano - solitamente
presente - è impegnato in una difficile campagna elettorale, dunque forzatamente assente… R.
- E’ chiaro che è stato organizzato in questo periodo proprio per non avere come contraltare
in questa riunione gli Stati Uniti. Il dominus - non soltanto perché è il padrone
di casa - è Putin, che non ha davanti a sé un presidente americano. Sapevano perfettamente
che in un periodo come questo, nessun presidente americano ricandidato - qual è Obama
- avrebbe lasciato gli Stati Uniti per andare in una città sperduta come Vladivostok;
Mosca lo ha fatto proprio per dominare incontrastata. È andata lì Hillary Clinton,
ma è chiaro che dal punto di vista protocollare non è il presidente.