Kazakhstan: nuova cattedrale dedicata alla Madonna di Fatima consacrata dal cardinale
Sodano
La diocesi kazaka di Karaganda ha inaugurato ufficialmente la nuova cattedrale dedicata
alla Madonna di Fatima, “Maria, Madre di tutti i Popoli”. Il rito solenne della consacrazione,
celebrato domenica, è stato presieduto dal cardinale Angelo Sodano, Inviato speciale
di Benedetto XVI. Insieme a mons. Janusz Kaleta, vescovo di Karaganda, hanno concelebrato
altri vescovi del Kazakhstan. Come appreso dall’agenzia Fides, erano presenti oltre
1.500 fedeli, fra preti, religiosi e pellegrini kazaki e di altre 14 nazionalità,
perfino della Corea, nonché leader cristiani ortodossi, musulmani e autorità civili
locali. La chiesa, in stile gotico e rivestita in pietra del Caucaso, è stata costruita
grazie alle offerte dei fedeli di tutto il modo, e grazie al contributo dei precedenti
vescovi di Karaganda, mons. Pavel Lenga, e l’ausiliare mons. Athanasius Schneider.
Il permesso edilizio è stato accordato dal governo kazako alla Chiesa locale nel 2003.
In un colloquio con Fides, mons. Janusz Kaleta, vescovo di Karaganda, esprime “grande
gioia per una vera cattedrale: una grande chiesa che sarà un luogo di preghiera e
un segno visibile per attirare nuovi fedeli alla fede cristiana”. Notando che è stato
“un evento grandioso, che ha coinvolto anche la comunità civile”, il vescovo ringrazia
“tutti coloro che hanno contribuito a realizzare questo progetto”. “Tutti crediamo
che questi siano i frutti dei martiri e della sofferenza che i fedeli cristiani hanno
vissuto in passato in queste terre”, rimarca a Fides padre Piotr Pytlowany, rettore
del Seminario della diocesi. “Affidiamo la comunità cattolica in Kazakhastan, e in
tutti i paesi dell’ex Unione Sovietica, alla speciale protezione della Vergine di
Fatima, che già ha operato miracoli: ad esempio ricordiamo il sostegno che abbiamo
ricevuto dal governo locale per questo progetto”. Nell’era sovietica il Kazakhstan
divenne luogo di deportazioni per eccellenza: fra i deportati nei “gulag” vi erano
migliaia di cattolici di nazionalità polacca, ucraina, tedesca, ma anche di Lituania
e Bielorussia. La città di Karaganda era centro di una ragnatela di campi chiamata
“Karlag” (“Karaganda lager”), uno dei più vasti e orribili punti dell’universo concentrazionario
sovietico, che imprigionava le vittime dell’oppressione religiosa e politica. Molti
sacerdoti deportati favorirono il sorgere di una Chiesa clandestina: fra questi è
noto padre Alexij Saritski, beatificato da Papa Giovanni Paolo II nel 2001. Oggi a
Karaganda, città di due milioni e mezzo di abitanti, sorgono una grande moschea, una
chiesa Ortodossa, ed una nuova cattedrale cattolica, per celebrare la fede e ricordare
i martiri. Il legato del Papa in Kazakhstan, il cardinale Angelo Sodano, ha portato
alla diocesi di Karaganda il saluto e la benedizione del Santo Padre. Nella sua omelia
il Decano del collegio cardinalizio ha ricordato "l’ora di grazia” che vive la diocesi
e il Paese, “dopo un lungo periodo di grandi sofferenze”, sotto la dominazione comunista
dell'Urss. La nuova cattedrale, ha spiegato il porporato, “è un luogo privilegiato
ove noi possiamo rendere pubblicamente il culto a Dio e ricevere da lui luce e forza
per il nostro cammino”, ricordando anche la visione della scala di Giacobbe, simbolo
della “scala della preghiera”. “Ogni chiesa materiale – ha poi ricordato il cardinale
Sodano - ci richiama verso una realtà ben più alta”, quella “del tempio spirituale
costituito da ogni credente in Cristo”. Il legato del Papa ha invocato poi la protezione
della Vergine Maria sulla comunità cristiana del Kazakhstan, e ha concluso la sua
omelia augurando ai fedeli che la cattedrale superi i secoli, diventando “un faro
di luce” per le generazioni future, “per tutto il Paese e anche per l’Europa e per
l’Asia”.
Il cardinale Angelo Sodano, al microfono di Olga Sakun,
del programma in lingua russa di Radio Vaticana, si è soffermato inoltre sull’importanza
che la Vergine di Fatima ha per i fedeli del Kazakhstan:
“I cattolici di queste
terre, che hanno visto giungere la libertà, sono riconoscenti a Maria, la Madre della
Chiesa, che si è ricordata a Fatima di queste terre così tribolate. Era giusto che
i cattolici costruissero questa chiesa e a Lei la dedicassero. Questa è una cattedrale
e anche un santuario mariano che ricorderà – qui nell’Asia Centrale e non solo in
Kazakhstan - la presenza di Dio in queste terre e la presenza di Maria, Sua Madre,
Madre di Misericordia e che dal cielo continuerà a pregare per la libertà religiosa
di questi Paesi. Io sono lieto anche per la devozione che ho alla Madonna di Fatima,
una devozione che ho imparato dal compianto Papa Giovanni Paolo II, di veder dedicata
a Maria questa bella chiesa”.