Somalia: la Caritas denuncia gravi violazioni dei diritti umani da parte degli Shabaab
Continua l’offensiva delle forze keniane e dell’Amison (Missione Africana in Somalia)
insieme alle truppe del governo di transizione somalo a Chisimaio, la città portuale
della Somalia meridionale, ultima importante roccaforte degli integralisti Shabaab.
“Ci si aspetta una nuova ondata di profughi e di rifugiati dalla Somalia a causa dei
combattimenti nell’area di Chisimaio” dice all’agenzia Fides Maria Grazia Krawczyk,
responsabile di Caritas Somalia. “La situazione nell’area intorno alla città rimane
fluida, con diversi villaggi che non sono ancora pienamente controllati dalle truppe
del governo somalo” afferma la signora Krawczyk. “Dalle testimonianze che ci pervengono
dall’area, nei villaggi ‘liberati’ dall’esercito non si riscontra un cambiamento delle
condizioni di vita degli abitanti: cambia chi detiene il potere ma i problemi rimangono,
soprattutto per quel che concerne il rispetto dei diritti umani (e in particolare
di quelli delle donne)”. “Sembra inoltre che dove gli Shabaab hanno perso terreno
si sono risvegliate le tendenze claniche. L’esercito e il governo, non essendo coesi,
si stanno dividendo seguendo le tradizionali linee claniche. Gli Shabaab, con la loro
ideologia basata sull’islam politico, avevano messo da parte i clan, ma dove il potere
degli Shabaab è venuto meno sono riemersi i capi tradizionali. I giochi di potere
tra i diversi clan influenzeranno enormemente l’elezione del Capo dello Stato, il
10 settembre” conclude la responsabile di Caritas Somalia. Il Presidente verrà eletto
dal Parlamento, nominato ad agosto dagli anziani dei diversi clan. (R.P.)