2012-09-08 08:02:51

Pakistan. Attesa per la scarcerazione di Rimsha, dopo la decisione dei giudici di liberarla su cauzione


In Pakistan, Rimsha Masih dovrà essere liberata presto in seguito alla decisione di scarcerazione su cauzione presa ieri dai giudici. Dal 16 agosto la ragazzina cristiana affetta da disabilità mentale è in carcere con l’accusa di blasfemia, per aver bruciato un libro sacro. I magistrati hanno scarcerato la piccola, dopo diversi rinvii e l’arresto dell’imam del suo villaggio accusato di aver inquinato le prove a carico di Rimsha. Intanto il ministro dell'Interno pachistano, Rehman Malik, ha dichiarato che le ceneri nella busta di plastica trovata in possesso della ragazzina non riguardavano pagine di un libro sacro, ma residui di legno. Il padre di Rimsha - sentito da AsiaNews - ha espresso tutta la sua gioia per la decisione dei giudici. "Il mondo mi era crollato addosso" - ha detto - ma la fede in Gesù "mi ha fatto ritrovare la speranza". Il servizio di Maurizio Salvi RealAudioMP3

Grande la commozione e il sollievo per i familiari. Con la comunità cristiana, i militanti per i diritti umani che hanno assistito ieri all’attesa udienza, in cui – ancora una volta – le parti hanno esposto le ragioni sulle accuse di oltraggio al Corano, che appaiono sempre più infondate, rivolte a Rimsha. In conferenza stampa il consigliere del primo ministro per l’Armonia nazionale, Paul Bhatti, si è detto soddisfatto ed ha elogiato i dotti musulmani, il gruppo investigativo, i media e la magistratura per avere svolto un ruolo positivo nel promuovere l’immagine vera del Pakistan. Dopo aver indicato che la bambina cristiana e la sua famiglia riceveranno protezione nel luogo scelto di residenza, Bhatti ha rilevato che il Pakistan affronta sfide di terrorismo, settarismo, analfabetismo e povertà. “E’ giunto il momento – ha aggiunto – di unirci per affrontarle, con l’obiettivo di portare pace e prosperità al Paese.


Marco Guerra ha intervistato il prof. Mobeen Shahid, presidente dell’Associazione pakistani cristiani in Italia che sta seguendo direttamente la vicenda RealAudioMP3
R. – E’ da apprezzare sia l’onestà del giudice sia la decisione coraggiosa. C’erano tutti i dati oggettivi per dichiararla innocente e darle la possibilità di raggiungere la propria famiglia. Questa è l’ennesima prova che la legge sulla blasfemia è fatta oggetto di abusi. Dagli anni ‘80, quando questo abuso è aumentato, è la prima volta che grazie ad una onesta, oggettiva, investigazione, si sia riusciti a provare che l’accusatore è il vero colpevole di blasfemia, in questo caso l’imam Chishiti.

D. – Che ne sarà ora della bambina?

R. - Il processo continuerà. Quando sarà richiesta la sua presenza dal giudice dovrà ritornare in tribunale perché le indagini sono ancora in atto sia da parte della polizia sia da parte del tribunale.

D. – La comunità cristiana rischia rappresaglie?

R. - Rischia vari attacchi. Infatti, i vicini di Rimsha non sono ritornati ad abitare nelle proprie case perché hanno paura e non si fidano della difesa che il governo potrebbe dare loro. Si è già verificato un episodio di violenza a Karachi e due minorenni sono stati uccisi in questi giorni, durante i quali i media internazionali hanno particolarmente coperto il caso di Rimsha. Questo non si fermerà finché non si prenderanno provvedimenti importanti per evitare l’abuso della legge sulla blasfemia.

D. – Cosa chiedete al governo pakistano e alla comunità internazionale?
R. – Chiediamo al governo di intervenire sulla legislazione per evitare questo abuso… Il Pakistan da solo non riuscirà a farlo perché il governo è politicamente debole, perciò dovrà essere sostenuto dalla comunità internazionale. In questo caso noi, come cittadini pachistani, chiediamo l’intervento dell’Onu affinché possa sostenere le modifiche nell’applicazione della legge sulla blasfemia che ogni anno sta facendo migliaia di vittime.







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