2012-09-07 15:31:50

Tragedia dell'immigrazione. Circa 79 i dispersi dopo il naufragio al largo di Lampedusa


Ci sarebbero state oltre 130 persone sul barcone affondato la largo dell’isola di Lampedusa. Tra loro donne e bambini. Dalle testimonianze dei superstiti il barcone era partito dalle coste tunisine. La procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e per omicidio. 'L'uomo non può morire perché vuole vivere'', è il commento di mons. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento. Di simili tragedie, dice, "siamo tutti un po' responsabili'' per la nostra indifferenza verso i migranti, il nostro andare contro alla loro voglia di un futuro migliore. Servizio di Francesca Sabatinelli:RealAudioMP3

Sono 56 i superstiti, circa un’ottantina i dispersi, finora è stato recuperato un solo cadavere. Sul barcone affondato vi sarebbero state 136 persone, in maggior parte uomini. Tra chi si è salvato vi sono una donna, in stato di gravidanza, e alcuni minori non accompagnati. L’allarme è stato lanciato da uno dei migranti che ha telefonato ai carabinieri di Agrigento. Sarebbero tutti tunisini, secondo quanto raccontato da loro stessi alla Guardia Costiera e alle organizzazioni che si trovano a Lampedusa per soccorrere chi sbarca. Veronica Lentini dell’Oim si trova sull’isola di Lampedusa:

R. - In base a quello che i migranti ci hanno raccontato sono partiti dalla Tunisia, a un certo punto hanno cominciato a imbarcare acqua e la barca si è rovesciata. Molti si sono buttati in acqua, molti sono caduti, chi sapeva nuotare è riuscito a raggiungere l’isoletta di Lampione.

D. – In che condizioni sono ora queste persone?

R. – Sono arrivati molto provati, molto sofferenti, sono stanchi. Molti di loro riportano ferite, anche perché hanno incontrato un gruppo di meduse mentre nuotavano, hanno delle ferite sul corpo, una donna è stata portata in ospedale, anche un uomo che aveva una lesione alla gamba, per il resto diciamo che genericamente stanno abbastanza bene.

D. – Se c’erano più di cento persone sulla barca si presume che tutti gli altri siano affogati, siano morti…

R. – Presumo di sì. Alcuni hanno visto affondare i loro amici e gente che era con loro sulla barca, questo lo posso confermare.

D. – E’ accertato che il naufragio sia stato in acque italiane?

R. – In base alle notizie che ho sì, si trovavano a una certa distanza da Lampione, in acque italiane.

E’ questa l’ennesima tragedia nel canale di Sicilia, dichiara il Cir, Consiglio italiano per i rifugiati. Le migrazioni possono essere governate, sottolinea il Cir, occorre, quindi inserire meccanismi di accesso protetto e regolare in Europa. Secondo i dati di Fortress Europe nel 2011 nel tentativo di raggiungere l’Europa sarebbero morti oltre 2.300 migranti. Di ieri la tragedia a largo della Turchia dove sono morte 58 persone in fuga da Siria, Iraq e altre zone di conflitto. Valerio Landri, direttore della Caritas di Agrigento:

R. – Quello di cui ci rendiamo conto è innanzitutto che le condizioni meteo di ieri forse hanno agevolato l’idea di un viaggio. Quello che si spera è che la situazione politica che si va evolvendo in Tunisia, con le elezioni che avverranno tra qualche mese, non stimoli ulteriori viaggi. Noi siamo stati in Tunisia in agosto, con un campo lavoro che abbiamo organizzato come Caritas diocesana, e abbiamo potuto sentire dalla viva voce dei giovani tunisini ancora un profondo desiderio di arrivare in Europa, perché le condizioni di libertà ancora non ottimali, perché un processo democratico che si dovrebbe costruire dopo tanti anni di dittatura, non lasciano grandi speranze nel cuore del tunisino medio. Per cui c’è ancora una grande voglia dall’altra parte del mare di venire in Europa. C’è da aspettarsi che certamente altri viaggi verranno fatti, altre occasioni verranno colte. L’augurio che ci facciamo è che le esperienze della notte scorsa non si ripetano.

D. – Non ci sono state tragedie, non ci sono state moltissimi sbarchi nell’estate che si è appena conclusa…

R. – Abbiamo il paragone con l’anno scorso che non può reggere. L’anno scorso è stato un anno particolare dal punto di vista politico e sociale. Quest’anno il fenomeno migratorio ha avuto un’intensità molto inferiore. Questo è stato certamente un gran bene considerando che la struttura di Contrada Imbriacola, l’unico centro di accoglienza di Lampedusa, è stato aperto solamente pochi mesi fa. C’è da augurarsi che, di fatto, non ci siano state tragedie in mare non annunciate o non conosciute, perché anche questo è verosimile. Ci sono tante famiglie dall’altra parte del mare che hanno completamente perso i contatti con i loro parenti che sono partiti. C’è tanta gente che è morta in mare di cui nessuno saprà mai nulla.







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