2012-09-07 07:22:58

Sudafrica: sulla miniera di Marikana la Chiesa invita a continuare il negoziato


Tre sindacati dei minatori, la società Lomnine che gestisce la miniera di platino di Marikana (teatro della strage del 16 agosto quando l’intervento della polizia ha provocato la morte di 34 dimostranti) e il governo sudafricano hanno firmato un accordo per continuare pacificamente la trattativa salariale. “L’intesa non è stata sottoscritta dal sindacato Amcu e dai rappresentati dei minatori in lotta a Marikana. Questi affermano di essere interessati solo all’aumento salariale” dice all’agenzia Fides mons. Kevin Dowling, vescovo di Rustenburg (Sudafrica). “Si tratta di un aumento del 300%, passando dagli attuali 4.000 Rand mensili a 12.500. L’associazione delle società mineraria sudafricane ha però affermato che è impossibile concedere un aumento salariale di questo tipo, perché qualsiasi società mineraria con stipendi del genere andrebbe in fallimento”. È chiaro che concedere un aumento di questo tipo ai minatori di Marikana significa aprire una serie di vertenze sindacali in tutti i siti minerari del Paese per ottenere simili incrementi salariali. In base agli accordi firmati mercoledì, la trattativa salariale deve essere raggiunto in 30 giorni, in un clima di rispetto reciproco e di pace. Ma il fatto che il sindacato che ha avviato la protesta non abbia firmato l’accordo di pacificazione, rischia di far scoppiare ulteriori incidenti. “Ieri - afferma mons. Dowling - nel corso di una nuova manifestazione, sono state proferite addirittura minacce di morte nei confronti di alcuni dirigenti della miniera. La protesta è opera soprattutto di un nucleo duro di circa 3-4.000 minatori che l’hanno iniziata ad agosto. Gli altri minatori vorrebbero riprendere a lavorare, ma sono ancora sottoposti a minacce e intimidazioni” conclude il vescovo. (R.P.)







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