2012-09-07 14:33:17

Reazione positiva dei mercati dopo l'ok della Bce allo scudo antispread


Continuano a volare le Borse europee dopo la decisione della Bce di acquistare titoli illimitati dei Paesi in difficoltà, in cambio di politiche rigorose. Si registra, infatti, una mattinata di rialzi, e la misura annunciata da Draghi favorisce soprattutto Milano, in salita del 2%. Positive anche le altre Piazze europee, mentre lo spread fra Btp e Bund tedeschi scende a 350 punti. Gli analisti si concentrano, però, sull’atteggiamento negativo di Berlino. Sulla posizione tedesca Salvatore Sabatino ha intervistato Carlo Altomonte, docente di Politica Economica Europea presso l’Università Bocconi di Milano: RealAudioMP3

R. – Secondo me dobbiamo distinguere tra linea ufficiale a beneficio degli elettori e linea effettiva. Non penso che Draghi avrebbe preso questa decisione senza il consenso del governo tedesco. Che poi, dietro le righe, la Bundesbank e i falchi tedeschi stiano vicini alla “pancia” dell’elettorato tedesco fa anche il gioco della Merkel.

D. - Quanto la posizione tedesca sarà concretamente determinante affinché lo scudo antispread abbia un futuro certo?

R. – Sostanzialmente non è determinante per niente perché la Bce decide a maggioranza e a maggioranza ha già deciso che lo scudo antispread verrà attivato nel momento in cui i Paesi ne faranno richiesta?

D. – Quanto ci vorrà affinché lo scudo entri effettivamente in azione?

R. - Bisognerà che gli Stati lo richiedano. Se Monti non lo richiede, se Rajoy non lo richiede, lo scudo non entra in azione, però se lo richiedono evidentemente siamo sottoposti a un piano di condizionalità che annulla ogni spazio di autonomia di politica fiscale e quindi – mi si consenta anche di dirlo – qualunque risultato elettorale sarebbe abbastanza inutile perché saremmo sottoposti al veto, a quel punto, stringentissimo dell’Europa.

D. – Si può parlare di un primo passo verso una politica economica comune e reale?

R. - Questo è il passo necessario a mettere in sicurezza l’Euro e a non farlo morire. Adesso bisogna farlo guarire e quindi bisogna iniziare a discutere o di unione fiscale o di unione bancaria.

D. – Non a caso Draghi è tornato ancora una volta sull’irreversibilità dell’Euro, resta però in piedi il problema Grecia: ce la farà Atene a resistere oppure no?

R. – Se l’Euro è irreversibile, per definizione, la Grecia non può uscire. Mi pare abbastanza tautologico. Poi, detto questo, tutto può succedere negli spazi della politica, però mi pare che ormai la questione greca sia semplicemente una questione di distribuzione dei costi del suo salvataggio.

D. - Il premier britannico Cameron commentando le decisioni annunciate a Francoforte ha detto: “mai la Bce è stata più vicina a ciò che vuole Londra”. Si può prospettare anche sul lungo termine, a questo punto, un ingresso della Gran Bretagna nell’Eurozona?

R. – Secondo me sì, perché la Gran Bretagna, quando la speculazione smetterà di interessare l’Europa, probabilmente inizierà a vedere che il Regno Unito ha il 550 per cento del rapporto tra debito e Pil tra pubblico e privato, mentre Paesi come Italia e Francia ce l’hanno al 300. Quindi, a quel punto, l’Inghilterra ci chiederà di diluire i suoi debiti nei debiti dell’Eurozona. Da questo punto di vista penso che non sia escluso - al di là della retorica politica - che l’Inghilterra ci chieda “per favore” di entrare nell’Euro nei prossimi anni; non è, comunque, una questione di mesi.

D. – Intanto i mercati continuano a volare, un’ondata di rialzi solida, secondo lei, o solo temporanea?

R. – Secondo me c’è un eccesso di euforia. E’ sicuramente vero che rispetto ai minimi di luglio noi stiamo lavorando su minimi più elevati perché abbiamo eliminato il rischio della reversibilità dell’Euro: cioè, avendo salvato la vita all’Euro e avendo chiarito a tutti che l’Euro non muore, questo ci riporta più in alto sui livelli minimi di quotazione. Però, come dicevamo prima,c’è ancora molta strada da fare per far guarire e far funzionare l’unione monetaria. A quel punto la palla passa alla politica e, secondo me, quando inizieranno i contrasti sul salvataggio della Grecia, sull’unione bancaria o unione fiscale, probabilmente vedremo un leggero ravvitamento dei mercati ma non dovremo più rivedere quotazioni da saldo o da fallimento che avevamo a luglio.








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