Reazione positiva dei mercati dopo l'ok della Bce allo scudo antispread
Continuano a volare le Borse europee dopo la decisione della Bce di acquistare titoli
illimitati dei Paesi in difficoltà, in cambio di politiche rigorose. Si registra,
infatti, una mattinata di rialzi, e la misura annunciata da Draghi favorisce soprattutto
Milano, in salita del 2%. Positive anche le altre Piazze europee, mentre lo spread
fra Btp e Bund tedeschi scende a 350 punti. Gli analisti si concentrano, però, sull’atteggiamento
negativo di Berlino. Sulla posizione tedesca Salvatore Sabatino ha intervistato
Carlo Altomonte, docente di Politica Economica Europea presso l’Università
Bocconi di Milano:
R. – Secondo
me dobbiamo distinguere tra linea ufficiale a beneficio degli elettori e linea effettiva.
Non penso che Draghi avrebbe preso questa decisione senza il consenso del governo
tedesco. Che poi, dietro le righe, la Bundesbank e i falchi tedeschi stiano vicini
alla “pancia” dell’elettorato tedesco fa anche il gioco della Merkel.
D. -
Quanto la posizione tedesca sarà concretamente determinante affinché lo scudo antispread
abbia un futuro certo?
R. – Sostanzialmente non è determinante per niente perché
la Bce decide a maggioranza e a maggioranza ha già deciso che lo scudo antispread
verrà attivato nel momento in cui i Paesi ne faranno richiesta?
D. – Quanto
ci vorrà affinché lo scudo entri effettivamente in azione?
R. - Bisognerà che
gli Stati lo richiedano. Se Monti non lo richiede, se Rajoy non lo richiede, lo scudo
non entra in azione, però se lo richiedono evidentemente siamo sottoposti a un piano
di condizionalità che annulla ogni spazio di autonomia di politica fiscale e quindi
– mi si consenta anche di dirlo – qualunque risultato elettorale sarebbe abbastanza
inutile perché saremmo sottoposti al veto, a quel punto, stringentissimo dell’Europa.
D.
– Si può parlare di un primo passo verso una politica economica comune e reale?
R.
- Questo è il passo necessario a mettere in sicurezza l’Euro e a non farlo morire.
Adesso bisogna farlo guarire e quindi bisogna iniziare a discutere o di unione fiscale
o di unione bancaria.
D. – Non a caso Draghi è tornato ancora una volta sull’irreversibilità
dell’Euro, resta però in piedi il problema Grecia: ce la farà Atene a resistere oppure
no?
R. – Se l’Euro è irreversibile, per definizione, la Grecia non può uscire.
Mi pare abbastanza tautologico. Poi, detto questo, tutto può succedere negli spazi
della politica, però mi pare che ormai la questione greca sia semplicemente una questione
di distribuzione dei costi del suo salvataggio.
D. - Il premier britannico
Cameron commentando le decisioni annunciate a Francoforte ha detto: “mai la Bce è
stata più vicina a ciò che vuole Londra”. Si può prospettare anche sul lungo termine,
a questo punto, un ingresso della Gran Bretagna nell’Eurozona?
R. – Secondo
me sì, perché la Gran Bretagna, quando la speculazione smetterà di interessare l’Europa,
probabilmente inizierà a vedere che il Regno Unito ha il 550 per cento del rapporto
tra debito e Pil tra pubblico e privato, mentre Paesi come Italia e Francia ce l’hanno
al 300. Quindi, a quel punto, l’Inghilterra ci chiederà di diluire i suoi debiti nei
debiti dell’Eurozona. Da questo punto di vista penso che non sia escluso - al di là
della retorica politica - che l’Inghilterra ci chieda “per favore” di entrare nell’Euro
nei prossimi anni; non è, comunque, una questione di mesi.
D. – Intanto i mercati
continuano a volare, un’ondata di rialzi solida, secondo lei, o solo temporanea?
R.
– Secondo me c’è un eccesso di euforia. E’ sicuramente vero che rispetto ai minimi
di luglio noi stiamo lavorando su minimi più elevati perché abbiamo eliminato il rischio
della reversibilità dell’Euro: cioè, avendo salvato la vita all’Euro e avendo chiarito
a tutti che l’Euro non muore, questo ci riporta più in alto sui livelli minimi di
quotazione. Però, come dicevamo prima,c’è ancora molta strada da fare per far guarire
e far funzionare l’unione monetaria. A quel punto la palla passa alla politica e,
secondo me, quando inizieranno i contrasti sul salvataggio della Grecia, sull’unione
bancaria o unione fiscale, probabilmente vedremo un leggero ravvitamento dei mercati
ma non dovremo più rivedere quotazioni da saldo o da fallimento che avevamo a luglio.