Grande successo per le Paralimpiadi: la testimonianza di Assunta Legnante, oro
nel lancio del peso
Paralimpiadi di Londra: mercoledì scorso l'atleta italiana Assunta Legnante ha
ottenuto oro e record del mondo nel lancio del peso. Pochi giorni prima della partenza
per Londra aveva raccontato ai nostri microfoni la sua storia e le aspettative che
portava con sé. Non vedente dal 2009, alla sua prima partecipazione ai Giochi Paralimpici,
la Legnante poteva vantare già una lunga carriera sportiva, due medaglie d’oro e la
partecipazione alle Olimpiadi di Pechino 2008. Oggi, dopo il successo di Londra, ci
racconta la gioia e il valore di questo risultato. L’intervista è di Luca Pasquali:
R. - Abbiamo
lavorato bene per arrivare in forma e stare bene e così è stato alla fine. Si è rivelato
un buon progetto, una buona gara.
D. - Nella sua lunga carriera sportiva lei
aveva già vinto tanto, questa però è la sua prima medaglia dal 2009 - da quando perse
definitivamente la vista - che valore ha per lei questo risultato?
R. - Un
valore enorme, perché alla fine mi fa risentire viva e mi dà la possibilità di tornare
a fare quello che mi piaceva e che era in passato il mio lavoro. Un’emozione grandissima
nel sentirmi ancora protagonista di questo sport che amo tanto.
D. - Tutti
avranno notato sicuramente la particolare mascherina che hai indossato in gara, con
degli occhi disegnati. Si leggeva in questo determinazione molta ironia…
R.
- E’ nato tutto per gioco: le mascherine sono quelle che si usano solitamente in aereo
per dormire, un po’ anonime, allora con un amico di Ascoli Piceno abbiamo deciso di
fare qualcosa di spiritoso ...
D. - Prima di partire ci aveva raccontato anche
un po’ le difficoltà del primo periodo nel 2009, quando aveva momentaneamente abbandonato
lo sport per provare a curarsi. Oggi invece si leggono delle dichiarazioni in cui
afferma che vorrebbe provare a diventare “l’Oscar (Pistorius) italiano”.
R.
- Le mie misure sono ancora molto basse per poter gareggiare di nuovo con i normodotati
a livello internazionale. Però la voglia c’è, poi se il fisico mi assiste possiamo
anche provarci in futuro.
D. - Quindi, potremmo dire che è un po’ l’inizio
di una seconda vita da sportiva professionale?
R. - Sicuramente, sicuramente
è una seconda vita di Assunta Legnante.
D. - Cosa porterà con lei di questo
periodo culminato con una medaglia d’oro?
R. - Porterò con me un grande gruppo,
perché ho conosciuto persone qui in nazionale - il gruppo della Fispes (Federazione
italiana sport paralimpici e sperimentali) dell’atletica leggera in particolare -
che mi ha sempre sostenuto e che, grazie anche alle tante medaglie delle altre ragazze
e degli altri ragazzi, ha creato veramente un gruppo stupendo e fa capire che noi,
con la passione, possiamo fare tutto.
D. - C’è una dedica in particolare?
R.
- Una dedica in particolare sì: a mia madre, perché l’ho persa due mesi fa e prima
di morire mi ha chiesto specificamente una medaglia, quindi questa è tutta sua.
D.
- Al di là del risultato, com’è stata questa Paralimpiade?
R. - Stupenda sotto
tutti i punti di vista: non solo parlando del risultato, ma anche come organizzazione,
come visibilità. Sotto tutti gli aspetti, Londra si è comportata veramente da grande
metropoli: un pubblico sempre attento e soprattutto competente, lo stadio completamente
pieno fin dalle prime sessioni della mattina. Veramente un’emozione unica entrare
in quello stadio.
D. - Per l’Italia questi giochi sono ricchi di soddisfazioni,
ha già portato a casa 21 medaglie di cui 7 d’oro - un ottimo risultato…
R.
- Davvero ottimo, perché comunque il movimento paralimpico ha bisogno di visibilità,
ha bisogno di medaglie, ha bisogno di far sentire e di gridare a voce alta che siamo
presenti e che vogliamo essere sempre più sostenuti da tutta l’Italia.