Germania: il cardinale Koch sul documento "Ecumenismo adesso!"
“Non possiamo fare già da domani l’unità tra le Chiese perché molte sono le domande
e le questione teologiche non ancora risolte”. Così all'agenzia Sir il cardinale Kurt
Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani,
parla del manifesto “Ecumenismo adesso! Un solo Dio, una sola fede, una sola chiesa”
lanciato mercoledì scorso a Berlino. I 23 firmatari - per lo più rappresentanti della
società civile e politici - chiedono di superare le divisioni tra le Chiese e lanciano
il loro appello in occasione del 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano
II e in prospettiva del cinquecentenario della Riforma che si celebrerà nel 2017.
Il testo - pubblicato sul sito www.oekumene-jetzt.de - è stato firmato già da oltre
1.000 persone. “Come ha giustamente sottolineato il presidente della Conferenza dei
vescovi tedeschi, l’arcivescovo Robert Zollitsch - ha detto oggi il cardinale -, anch’io
sono contento nel vedere che molti sono motivati alla causa ecumenica, che ritengono
cioè che la situazione ecumenica non è ancora giunta alla fine e che dobbiamo continuare
a lavorare per arrivare a questa meta. Molti dunque vedono la necessità dell’ecumenismo.
Bisogna però capire che i politici che hanno sottoscritto questo testo vedono la situazione
da un punto di vista politico. Ho l’impressione che non si vedono sufficientemente
i motivi teologici della nostra situazione”. “La seconda considerazione - prosegue
il cardinale - è che non è possibile superare la separazione tra le Chiese soltanto
in Germania. Questo è un appello per la Germania e con la Chiesa luterana. Ma la Chiesa
cattolica è una Chiesa universale per cui tutte le altre realtà sono implicate in
questa situazione. Penso che gli autori del documento debbano vedere realisticamente
la realtà della Chiesa cattolica”. Quindi il cardinale Koch ha aggiunto: “È triste
se qualcuno ritiene che i problemi teologi siano risolti e che quindi è il governo
della Chiesa che non vuole l’unità. Perché questa non è la verità: i problemi sono
presenti e richiedono di essere risolti”. Nel manifesto, i firmatari affermano: “In
tutte e due le Chiese c’è una grande nostalgia di unità, si soffre delle conseguenze
della divisione”. E invitando i capi delle Chiese a far progredire il cammino ecumenico
concludono: “Come cristiani nel Paese della riforma sentiamo una responsabilità particolare
di dare segni concreti e di collaborare affinché si possa vivere una fede comune anche
in una Chiesa comune”. (R.P.)