“Intere famiglie sono in fuga da Kismayo. Anziani, ma soprattutto donne e bambini,
temono di rimanere intrappolati tra due fuochi. È evidente a tutti che tra poco le
truppe africane e somale sferreranno l’attacco contro la città”: lo riferiscono fonti
dell'agenzia Misna da Mogadiscio dove l’attenzione per il delicato processo politico
in corso è in parte distratta dalle cronache di guerra nelle regioni meridionali.
Nei giorni scorsi, le truppe keniane avevano annunciato la presa di Miido, a 86 chilometri
dal porto di Kismayo, bastione della resistenza da cui gli insorti Al Shabaab traggono
gran parte dei loro profitti. “L’esodo in massa degli abitanti è cominciato subito
dopo i primi bombardamenti da parte della Marina keniana schierata nelle acque antistanti
il porto” riferiscono le fonti, “nonostante i miliziani avessero minacciato di punizioni
chiunque avesse cercato di lasciare la città”. Molti dei civili in fuga hanno raggiunto
il centro poco distante di Jilib, mentre altri hanno scelto di recarsi a Merka, liberata
la scorsa settimana dai soldati della coalizione. Intanto a Mogadiscio la commissione
elettorale ha reso noti i requisiti necessari alla candidatura per il ruolo di Presidente
della repubblica, la cui nomina, è stato deciso, avverrà lunedì prossimo. Gli aspiranti
dovranno versare una tassa di registrazione di 10.000 dollari, essere musulmani, aver
compiuto i 40 anni e non avere precedenti penali. Ogni candidato dovrà inoltre disporre
dell’appoggio di almeno 20 parlamentari. Tra i favoriti, secondo la stampa, il presidente
uscente Sheikh Sharif Ahmed e l’ex primo ministro Abdiweli Mohammed Ali. (R.P.)