Siria: i Salesiani denunciano violenze e rapimenti a scopo di riscatto
“In Siria assistiamo ad un fenomeno senza precedenti: il rapimento di persone. Fortunato
chi riesce a negoziare un riscatto”: a parlare è don Munir El Rai, ispettore del salesiani
nel Medio Oriente, in una comunicazione inviata all’Ong Vis (Volontariato internazionale
per lo sviluppo), ripreso dall'agenzia Sir, nella quale fa il punto sulla drammatica
situazione in Siria. I salesiani di Don Bosco gestiscono scuole e Centri in diverse
località della Siria. Ora sostengono famiglie di sfollati a Damasco, Aleppo e Kafroun,
in particolare bambini e giovani. “La situazione sta peggiorando - racconta don El
Rai -, le ultime notizie riferiscono che Aleppo e Damasco e dintorni sono attaccate
e bombardate. La carenza di carburante, elettricità, acqua, pane, gas, benzina e auto,
oltre alle paralisi dei mercati e alla disoccupazione, si aggiunge alla mancanza di
sicurezza e al caos. Le comunicazioni elettroniche sono diventate difficili. La situazione
economica generale peggiora a vista d’occhio, a causa della chiusura di fabbriche
e attività e della conseguente dilagante disoccupazione”. Secondo i dati forniti dal
salesiano “più di 30.000 persone sono state uccise, i feriti sono circa 200.000” e
“un milione e mezzo tra sfollati interni e rifugiati”. “La maggior parte degli sfollati
interni - prosegue don El Rai - ha cercato rifugio nelle città di Damasco e Aleppo,
e nelle zone montagnose intorno a Homs e Hama, zona in cui hanno avuto inizio gli
scontri. Gli sfollati sono stati ospitati in scuole e strutture pubbliche. Per le
migliaia di famiglie sfollate la situazione è drammatica, molti hanno urgente bisogno
di cure mediche e aiuti alimentari, ma gli aiuti umanitari hanno difficoltà a essere
recapitati e sono ancora scarsi. Oltre 300.000 siriani sono già approdati nei quattro
campi profughi costruiti nei Paesi confinanti”. “Si è innescata la violenza - dice
-, con omicidi, rapimenti, atti di vandalismo, saccheggi, incendio degli edifici governativi
e impianti di pubblica utilità. La violenza ha sconvolto e ridotto in frantumi il
tessuto demografico e l’antica convivenza”. Oltre al nuovo fenomeno dei rapimenti
a scopo di riscatto, “ci sono i blocchi stradali che diverse fazioni o individui hanno
messo su quasi tutte le autostrade siriane - spiega -. Questo rende ogni viaggio molto
rischioso e ha creato uno stato di orrore, disgusto e grande incertezza. Migliaia
di persone hanno perso la casa, molti hanno urgente bisogno di cure mediche e di aiuti
umanitari. La Siria sta vivendo oggi un caos senza precedenti”. “In questo momento
- afferma il salesiano - non riusciamo a vedere la luce in fondo al tunnel. Siamo
molto tristi, preoccupati e sfiduciati per quello che sta succedendo nel corso dell‘ultimo
anno e mezzo”. Anche le minoranze religiose, tra cui i cristiani, risentono dello
stato di incertezza “dettato dalla sempre più frequente perdita del lavoro e dall’acuirsi
degli scontri che attualmente coinvolgono i loro quartieri”. I salesiani cercano di
aiutare le famiglie per evitare la fuga dal Paese. Molte scuole e strutture educative
di Aleppo e Damasco sono state utilizzate per accogliere gli sfollati provenienti
dalle campagne e dai quartieri più colpiti dagli scontri. Vengono aiutati nella ricerca
di un alloggio, e per reperire alimenti, vestiario, materiale didattico e medicine.
Ogni sera le comunità salesiane in Siria aprono i loro Centri per accogliere le persone
per un sostegno reciproco. Di recente si sono svolti due incontri con i giovani di
Damasco e Aleppo per parlare dei loro vissuti, delle paure e delle difficoltà. (R.P.)