2012-09-05 19:32:05

Siria. Bombe su Aleppo: è strage di bambini. Padre dall'Oglio: digiuno per la pace


In Siria è strage di bambini. Dall’inizio del conflitto, nel mese di marzo, ne sono morti oltre mille e cento, ieri ne sono stati uccisi 25, quasi tutti ad Aleppo, città massacrata dai lealisti che tentano di riconquistarla.Il servizio di Francesca Sabatinelli:RealAudioMP3

Nove di loro, tra i 4 e gli 11 anni, sono morti nel crollo di un palazzo colpito dalle bombe che oggi sono state scaricate su Aleppo. Altri sette sono stati uccisi in un altro quartiere. I bambini sono nel mirino di questa guerra. Aleppo è devastata dai bombardamenti dell’aviazione governativa, a crollare sono state intere palazzine. Una cinquantina i morti di ieri solo in questa città, oltre 170 in tutto il Paese, compresa la capitale Damasco. Bisogna fermare questa guerra ai bambini, chiede l’Unicef, mentre Save the Children preme per l’apertura di un accesso umanitario. Ma in questo momento tutto sembra impossibile in Siria, a cominciare da un accordo per mettere un punto alla carneficina. La Cina continua a dire no all’intervento armato e spinge per la transizione politica, oggi Pechino lo ha ribadito alla Clinton che a sua volta preme sull’unità del Consiglio di sicurezza, chiedendo indirettamente proprio a Cina e Russia di aprire a qualsiasi risoluzione che possa mettere alle strette il presidente Assad. La paralisi del Consiglio di sicurezza è stata denunciata anche dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-Moon. Critiche agli Stati Uniti arrivano dalla Turchia, per il premier Erdogan, Washington sta disattendendo le aspettative internazionali, dimostrando mancanza di iniziativa.

Un digiuno per la pace in Siria e per il buon esito dell’ormai prossimo viaggio del Papa in Libano. E’ quanto ha intrapreso padre Paolo Dall’Oglio gesuita, fondatore una trentina d’anni fa, del monastero di Mar Moussa in Siria, suo paese d’adozione. Sentiamolo al microfono di Olivier Bonnel:RealAudioMP3

R. - Il digiuno è uno sforzo spirituale che va insieme alla preghiera, al desiderio. È un modo di provocare una concentrazione esistenziale verso un obiettivo, qualcosa che chiediamo al cielo, ma nella quale ci impegniamo anche sulla terra. Il digiuno che alcuni amici in tutto il mondo fanno, è perché il viaggio del Papa riesca, che il viaggio del Papa avvenga in pace, porti pace al Medio Oriente e soprattutto una parola di consolazione e di verità per la Siria. I siriani soffrono da morire, la guerra civile impazza, la rivoluzione stagna bloccata da questa guerra nella quale tanti partners - regionali ed internazionali - vengono a combattere per interposta persona, attraverso i fucili siriani. Il Papa dirà che questo deve interrompersi, che i siriani hanno diritto all’autodeterminazione democratica, alla giustizia, alla trasparenza, ad essere una società pluralista, interreligiosa, civile. Quindi, io spero davvero che il viaggio del Papa venga a curare le nostre piaghe.

D. - L’esperienza della pace è ancora possibile oggi in Siria secondo lei?

R. - I giovani combattono per la speranza, per una Siria migliore, purtroppo adesso sappiamo che questa Siria migliore dovrà impegnarsi anche a ricostruirsi, perché gran parte del Pese è distrutto, molte infrastrutture sono distrutte, la fiducia tra i cittadini è persa e quindi c’è molto, molto da fare. Molti cristiani stanno partendo e quelli che ritorneranno saranno attori in prima linea, con i loro concittadini musulmani, per creare la Siria che tutti desideriamo per i nostri figli e per le generazioni a venire.

D. - Ha parlato un po’ della responsabilità occidentale,a proposito della Siria.Qual è questa responsabilità?

R. - Se si pensa in Siria di punire l’Iran, è chiaro che poi l’Iran in Siria reagisce a protezione dei suoi interessi; se in Siria si pensa di far indietreggiare la Russia sul continente, è chiaro che questo poi provoca delle conseguenze. Se qualcuno - non voglio fare nomi - pensasse che è nel suo interesse geostrategico-regionale vedere i nemici uccidersi ed eliminarsi tra loro, è chiaro che non c’è speranza per la Siria. Io mi appello collettivamente: bisogna scegliere la solidarietà con i siriani, piuttosto che un interesse geostrategico, tattico di corta durata e miope. Quindi, io spero che l’Italia inizi un nuovo, grande impegno diplomatico per una Siria neutrale - né occidentale, né post-sovietica - è una Siria per tutti, una Siria alle sorgenti della civiltà mediterranea e dobbiamo tutti impegnarci. Tutta la Siria deve essere protetta dall’Unesco, non solo per i grandi monumenti ma anche perché è un “monumento immateriale” di civiltà.

D. - Quale potrebbe essere il ruolo dei cristiani siriani oggi?

R. - Tanti cristiani siriani oggi stanno cercando di alleviare le sofferenze del popolo siriano, ci sono tanti siriani che lavorano per i feriti, tanti siriani cristiani che lavorano per alleviare le sofferenze delle famiglie che hanno persone in carcere, persone uccise, rapite, sparite. Quindi, questo “buon samaritano” si metta all’opera e faccia quello che può, per non consegnare all’inferno la società siriana nel suo complesso.

E’ un sorriso che ti folgora quello della Serva di Dio, Maria Cristina Cella Mocellin, morta nel 1995, a soli 26 anni, in seguito ad un tumore, lasciando un marito e 3 figli. La sua storia è profondamente segnata dalla fede e anche dall’amore per suo marito e i suoi figli. Quando scopre di avere tumore, Maria Cristina deciderà di sottoporsi solo a cure che non danneggino il bimbo che aspetta. Da poco si è chiusa la fase diocesana del processo di beatificazione. Sulla vita della giovane donna, Alberto Zaniboni ha scritto il libro "Cara Cristina...", edito dalla San Paolo.

Ultimo aggiornamento: 6 settembre 2012








All the contents on this site are copyrighted ©.