2012-09-05 14:45:48

La Radio Vaticana in visita alle emittenti cattoliche Usa. Messaggio di mons. Celli


Le radio cattoliche entrino in “sintonia” con il momento presente della Chiesa, proiettata dal Papa verso la Nuova evangelizzazione, nell’orizzonte dell’Anno della fede. È l’invito che l’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, rivolge anzitutto alle radio cattoliche statunitensi. Approfittando di un viaggio di rappresentanti della sezione spagnola e dell’Ufficio promozione della Radio Vaticana negli Stati Uniti – invitati da Radio Paz a Miami per incontrare le radio cattoliche nazionali – mons. Celli ha fatto giungere oggi un messaggio nel quale definisce “servizio meraviglioso” quello svolto dalle emittenti cattoliche. “Attraverso la vostra tecnica, la vostra voce e il vostro servizio informativo – scrive il presule – fate conoscere meglio Cristo, ascoltare il Papa e amare la Chiesa”. Le parole che trasmettete ogni giorno, prosegue mons. Celli citando Benedetto XVI, “sono l'eco della Parola eterna che si è fatta carne”. E porteranno “frutti solo se a servizio del Verbo eterno, Gesù Cristo".

Il mondo di oggi, osserva ancora il capo dicastero vaticano, “ha bisogno di un messaggio di amore, di speranza e di pace. Il servizio delle radio cattoliche nel vostro Paese e in tutto il mondo cattolico è come le antenne che diffondono questo messaggio attraverso l’apostolato, le parole, la musica, la formazione e l’informazione che annuncia e denuncia, ma che opera principalmente con una chiara prospettiva di educazione alla verità e alla speranza nel dialogo e nel rispetto reciproco”. Ricordando l’apertura dell’Anno della fede in occasione dei 50 anni dall’avvio del Concilio Vaticano II e dei 20 dalla promulgazione del Catechismo della Chiesa cattolica, mons. Celli si sofferma, con il magistero della Redemptoris missio, sulle responsabilità di chi lavora nel settore delle comunicazioni: “L’impegno nei mass media (…) non ha solo lo scopo di moltiplicare l'annunzio: si tratta di un fatto più profondo, perché l'evangelizzazione stessa della cultura moderna dipende in gran parte dal loro influsso. Non basta, quindi, usarli per diffondere il messaggio cristiano e Magistero della chiesa, ma occorre integrare il messaggio stesso in questa ‘nuova cultura’ creata dalla comunicazione moderna”.

Ricordate, conclude mons. Celli, che “è il successore di Pietro che ci esorta a vivere la nostra fede con convinzione come il risultato di un incontro personale con Cristo”. (A cura di Alessandro De Carolis)







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