La Radio Vaticana in visita alle emittenti cattoliche Usa. Messaggio di mons. Celli
Le radio cattoliche entrino in “sintonia” con il momento presente della Chiesa, proiettata
dal Papa verso la Nuova evangelizzazione, nell’orizzonte dell’Anno della fede. È l’invito
che l’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le
Comunicazioni Sociali, rivolge anzitutto alle radio cattoliche statunitensi. Approfittando
di un viaggio di rappresentanti della sezione spagnola e dell’Ufficio promozione della
Radio Vaticana negli Stati Uniti – invitati da Radio Paz a Miami per incontrare le
radio cattoliche nazionali – mons. Celli ha fatto giungere oggi un messaggio nel quale
definisce “servizio meraviglioso” quello svolto dalle emittenti cattoliche. “Attraverso
la vostra tecnica, la vostra voce e il vostro servizio informativo – scrive il presule
– fate conoscere meglio Cristo, ascoltare il Papa e amare la Chiesa”. Le parole che
trasmettete ogni giorno, prosegue mons. Celli citando Benedetto XVI, “sono l'eco della
Parola eterna che si è fatta carne”. E porteranno “frutti solo se a servizio del Verbo
eterno, Gesù Cristo".
Il mondo di oggi, osserva ancora il capo dicastero vaticano,
“ha bisogno di un messaggio di amore, di speranza e di pace. Il servizio delle radio
cattoliche nel vostro Paese e in tutto il mondo cattolico è come le antenne che diffondono
questo messaggio attraverso l’apostolato, le parole, la musica, la formazione e l’informazione
che annuncia e denuncia, ma che opera principalmente con una chiara prospettiva di
educazione alla verità e alla speranza nel dialogo e nel rispetto reciproco”. Ricordando
l’apertura dell’Anno della fede in occasione dei 50 anni dall’avvio del Concilio Vaticano
II e dei 20 dalla promulgazione del Catechismo della Chiesa cattolica, mons. Celli
si sofferma, con il magistero della Redemptoris missio, sulle responsabilità
di chi lavora nel settore delle comunicazioni: “L’impegno nei mass media (…) non ha
solo lo scopo di moltiplicare l'annunzio: si tratta di un fatto più profondo, perché
l'evangelizzazione stessa della cultura moderna dipende in gran parte dal loro influsso.
Non basta, quindi, usarli per diffondere il messaggio cristiano e Magistero della
chiesa, ma occorre integrare il messaggio stesso in questa ‘nuova cultura’ creata
dalla comunicazione moderna”.
Ricordate, conclude mons. Celli, che “è il successore
di Pietro che ci esorta a vivere la nostra fede con convinzione come il risultato
di un incontro personale con Cristo”. (A cura di Alessandro De Carolis)