Convegno ecumenico internazionale di Bose: le Chiese si confrontano sull'ecologia
“L’uomo custode del creato”: su questo tema s’incentra la XX edizione del Convegno
ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa che si è aperto oggi presso la
Comunità di Bose. Esponenti della Chiesa ortodossa e cattolica e rappresentanti della
Comunione anglicana rifletteranno sulla dimensione teologica e spirituale del rapporto
dell’uomo con l’ambiente e sulle possibili risposte di fronte all’attuale crisi ecologica
del pianeta. Tanti i messaggi augurali arrivati per l’occasione. L’auspicio di Benedetto
XVI è che le giornate di studio “possano favorire la conoscenza reciproca e suscitare
un rinnovato comune impegno nella tutela del creato dono di Dio”. Ma che cosa ha a
che fare la fede cristiana con il problema dell’ambiente? Adriana Masotti lo
ha chiesto al priore di Bose, Enzo Bianchi:
R. – Una lettura
già della Bibbia ci dice che c’è un’intima comunione di vocazione e di destino tra
noi e la creazione. La natura non è semplicemente lo scenario per noi uomini e per
la nostra storia: c’è una comunità anzitutto di co-creature. Siamo tutte creature
volute da Dio, che dividiamo lo stesso spazio e ci dice Paolo – nella Lettera ai Romani,
capitolo 8 – con un unico destino: “tutta la creazione soffre e geme come nelle doglie
del parto e attende, lei pure, la salvezza insieme a noi”. Noi dobbiamo avere un impegno
di responsabilità così da avere una sinergia con quelle che sono le energie della
Resurrezione, dello Spirito Santo, in modo di predisporre tutto, affinché la creazione
possa diventare davvero “quei cieli nuovi e terra nuova” di cui ci parla l’Apocalisse.
E poi noi cristiani non dovremmo dimenticare che tutta la creazione è avvenuta per
Cristo e in vista di Cristo. Dunque c’è una presenza cristica in tutta la creazione:
noi dobbiamo percepire che i cieli raccontano la gloria di Dio, come dicono i Salmi;
che le montagne danzano davanti a Lui; che i fiumi battono le mani. C’è una lode,
una liturgia della creazione che viene prima ancora della lode della Liturgia del
popolo dei credenti.
D. – Nel suo messaggio, il Patriarca Bartolomeo I scrive
che “proseguire l’attuale distruzione ecologia è un suicidio e va considerato un peccato
contro Dio”…
R. – Sì. Noi oggi non siamo purtroppo abbastanza capaci di parlare
di peccati contro la natura. Noi dobbiamo fare più attenzione all’educazione in modo
che chi cresce senta questa comunità di co-creature cui appartiene, senta la sua responsabilità
verso tutta la natura così che tutto sia salvato e che tutto possa entrare in Dio.
D. – Oltre a prendere coscienza di tutto questo, ci sono anche delle cose
che possiamo fare? Usciranno delle proposte concrete dal vostro convegno?
R.
– Credo di sì, perché ci sono delle relazioni molto importanti da parte di teologici
cattolici ortodossi, che vogliono dare delle indicazioni ai cristiani. Credo però
che abbiamo anche un magistero: il messaggio di Benedetto XVI di due anni per la “Giornata
della pace” che era incentrato proprio sull’ecologia, diceva già che i cristiani devono
assumere uno stile che possa davvero portare a un nuovo rapporto tra noi e la natura.
Penso a qualcosa che possiamo fare tutti: il rispetto degli animali, il rispetto dei
vegetali, il rispetto dell’ambiente. Penso poi però anche alla sobrietà nei consumi.
Le vie sono molte, dobbiamo soltanto diventare più consapevoli che questa via è una
via anche cristiana, appartiene all’etica cristiana.
D. – La giornata conclusiva
sarà dedicata in particolare, alla riflessione su come la ricchezza della tradizione
ortodossa possa tradursi, riguardo al problema ecologico, in una nuova pratica del
rapporto con il mondo naturale. Ci può essere, dunque, uno scambio prezioso tra le
diverse tradizioni cristiane su questo fronte?
R. – Con ogni probabilità sì.
Diciamo che nella spiritualità monastica ortodossa c’è quella contemplazione, quel
canto della bellezza e quella solidarietà della natura che noi in Occidente abbiamo
avuto soprattutto con San Francesco: là è più presente in molti santi. Ultimamente
il Patriarca di Costantinopoli dedica molto sforzo a questo tema, ma anche la Conferenza
episcopale italiana ha istituito la Giornata per la salvaguardia del Creato, che si
celebra la prima domenica di settembre. Ormai ci sono passi da parte di tutte le Chiese,
anche perché si è capito che questo è un tema sul quale si gioca il futuro del Pianeta
e, dunque, la solidarietà con gli altri uomini.