Nuova Zelanda: no dei vescovi a emendamento che apre la strada ai matrimoni gay
Anche la Nuova Zelanda si avvia alla legalizzazione dei matrimoni omosessuali. Il
29 agosto il Parlamento di Wellington ha infatti approvato in prima lettura, con 80
voti favorevoli contro 40, un emendamento presentato dall’opposizione laburista che
ridefinisce il matrimonio come unione tra due persone quale che sia il loro “sesso,
orientamento sessuale e identità di genere”. Grande disappunto e preoccupazione per
il voto è stato espresso dai vescovi neo-zelandesi che fino all’ultimo hanno cercato
di opporsi al provvedimento insieme ad altri leader religiosi. “Proporre una definizione
alternativa del matrimonio – si legge in una nota firmata da mons. John A. Dew, arcivescovo
di Wellington e presidente della Conferenza episcopale neo-zelandese – avrà implicazioni
giuridiche e per la società, ma anche per l’educazione e la struttura della famiglia
che nel corso della storia è stata considerata come una cellula fondamentale della
società”. Questa, continua il testo citato dall’agenzia Cns, “non ha il diritto di
privare un bambino della madre e del padre, ambedue importanti per la sua educazione”.
Inoltre, “sappiamo che, come esseri umani, abbiamo tutti bisogno di sapere chi sono
i nostri genitori biologici”. Anche se esistono famiglie monoparentali e bambini cresciuti
da coppie dello stesso sesso, si osserva, occorre chiedersi se è il caso di legiferare
per dare un nuovo statuto giuridico alla famiglia. I vescovi neo-zelandesi , che due
settimane fa hanno rivolto un appello ai giovani ad opporsi ad ogni modifica della
definizione del matrimonio, hanno ribadito che continueranno la loro battaglia. I
promotori dell’emendamento sostengono, da parte loro, di volere eliminare le discriminazioni
nei confronti delle persone omosessuali. (L.Z.)