2012-09-03 14:14:38

Milano. Nel pomeriggio le esequie del cardinale Martini. Il ricordo del cardinale Comastri e don Carron


Circa 200 mila persone hanno reso l’ultimo omaggio in questi giorni al cardinale Carlo Maria Martini. E altre migliaia sono attese per le 16 di oggi quando, nel Duomo di Milano, verranno celebrate le esequie del porporato, presiedute dal cardinale arcivescovo della città, Angelo Scola. Nella piazza antistante il Duomo sono stati allestiti anche due maxischermi per consentire ai fedeli di partecipare alla cerimonia. A rappresentare Benedetto XVI ai funerali vi sarà il cardinale Angelo Comastri, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, che al microfono di Antonella Palermo, ricorda il suo primo incontro con il cardinale Martini:RealAudioMP3

R. – Il cardinale Martini nel 1991, l’anno dopo la mia nomina a vescovo di Massa Marittima e Piombino, mi invitò a fare una visita a Milano. Ero un giovanissimo vescovo e ricordo che mi disse parole molto belle di incoraggiamento. Mi disse: cammina nel solco del Vangelo perché è il solco della vera libertà ed è il solco della felicità, e insegna alla gente a camminare nel solco del Vangelo. Poi, quando nel 1993 ho avuto un intervento al cuore, ricordo che mi telefonò e fu una telefonata molto paterna. Mi disse: lei si abbandoni nelle mani del Signore perché il Signore sa dove condurci, lei si abbandoni. Questo me lo ricordo molto bene e fu per me un grande incoraggiamento e anche un’indicazione che mi rasserenò molto.

D. – A proposito di sofferenza si sono scatenate, direi a sproposito, le polemiche sull’accanimento terapeutico che il cardinale avrebbe rifiutato. Qual è il suo pensiero, eminenza?

R. – Anche la Chiesa ha sempre rifiutato l’accanimento terapeutico, sono strumentalizzazioni. Come quando Maria Teresa disse: io voglio le cure che fanno i poveri, ho scelto i poveri e voglio muovermi in fedeltà a questa mia scelta. Ma quella non era eutanasia, assolutamente. Il cardinale è un figlio della Chiesa e non deve e non può essere usato contro la Chiesa perché è stato fino in fondo figlio della Chiesa.

D. – La sua più grande eredità spirituale?

R. – L’amore per la Parola di Dio, perché la Parola di Dio è davvero la lampada che illumina il nostro cammino. Si può dire che è un po’ la sintesi del ministero e dell’episcopato del cardinale Martini.

Tra i presenti alla cerimonia funebre vi sarà anche don Julian Carron, presidente del Movimento Comunione e Liberazione, che proprio a Milano vide i suoi inizi. Alessandro De Carolis gli ha chiesto un ricordo del cardinale Martini:RealAudioMP3

R. – Prima di tutto, quella sua capacità di entrare in rapporto con tutto e con tutti: questa sua passione ecumenica, un’attenzione a intercettare qualsiasi frammento di verità che si trova in chiunque lui incontrava. Chi ha incontrato Cristo non può non avere questa passione e questo è un tesoro che tutti noi dobbiamo conservare nella figura del cardinale Martini, perché così l’ecumenismo non è una tolleranza generica – come a volte può sembrare – ma è un amore alla verità, presente, forse anche per un frammento, in chiunque.

D. – Quali furono i rapporti del cardinale Martini con don Giussani?

R. – Don Giussani era sempre colpito dalla paternità del cardinale Martini, che aveva abbracciato e accolto nella diocesi di Milano una realtà come Comunione e Liberazione. Anche se a volte il cardinale Martini inizialmente confessava di non capire il metodo di don Giussani, ne vedeva però i frutti ed incoraggiava ad andare avanti. Mi commuovono ancora le parole che, in uno degli incontri con i nostri preti, il cardinale Martini disse ringraziando don Giussani per la sua capacità di esprimere continuamente il nucleo del cristianesimo. Diceva: tu, ogni volta che parli, ritorni sempre a questo nucleo, che è l’incarnazione, e con mille modi diversi lo riproponi. Sono sicuro che insieme a don Giussani, il cardinale Martini ci accompagnerà dal cielo a diventare sempre più – quello che lo Spirito ha suscitato proprio nella Chiesa ambrosiana – un carisma come quello di Comunione e Liberazione. Il cardinale Martini, parlando della nuova evangelizzazione che sarà tema del prossimo Sinodo, diceva: è qualcosa che va sempre cercata, non in nuove tecniche di annuncio ma in un ritrovato entusiasmo di sentirsi credenti e nella fiducia dell’azione dello Spirito Santo.

D. – Che impressione le hanno fatto queste file ininterrotte nel Duomo, questo affetto della gente verso il cardinale Martini?

R. – Mi sembra che parli da sé: è una persona che è stata capace di sentire il bisogno degli uomini che incontrava lungo la strada. La Chiesa non può essere mai indifferente alle domande e ai bisogni degli uomini e queste domande sono una sfida per noi credenti come lo sono state per lui.







All the contents on this site are copyrighted ©.