2012-09-03 14:05:06

Mali: la situazione nel nord del Paese sotto il controllo dei ribelli Mujao


Tra sabato e domenica il Movimento per l’unità e la Jihad in Africa occidentale (Mujao), che da molti mesi controlla larga parte del nord del Mali, è tornato a far parlare di sé con l’uccisione, per ora solo annunciata e in attesa di conferma, del vice-console algerino Tahar Touati a Gao, preso in ostaggio lo scorso 5 aprile. La morte del vice-console è stata annunciata da un comunicato del Mujao pubblicato dall’agenzia di stampa mauritana Ani attraverso il quale i ribelli sostengono che Algeri non stia rispondendo alle loro richieste e che la sorte toccata al diplomatico potrebbe essere la stessa per gli altri algerini presi in ostaggio. La notizia, come riferisci l’agenzia Misna, ha colto di sorpresa il governo algerino che ha sostenuto di non aver mai interrotto i negoziati con i ribelli. Inoltre i ribelli sono riusciti a consolidare il proprio potere nel nord del Paese grazie alla presa della città di Doeuntza, fino ad oggi rimasta indipendente ma situata nella zona controllata dal Mujao, lungo la direttrice che porta a Mopti, prima grande città rimasta sotto il controllo del governo centrale di Bamako. “Per il momento non sembra possibile un’avanzata militare verso Bamako dei gruppi armati che controllano il nord - afferma all'agenzia Fides don Edmond Dembele, segretario della Conferenza episcopale del Mali - ma sul piano ideologico e della propaganda ci sono segnali inquietanti. In alcune moschee di Bamako, per esempio, sono apparsi predicatori estremisti che hanno inscenato comizi, che le popolazioni locali non hanno però finora apprezzato”. Le popolazioni in fuga dal caos del nord si trovano infine ad affrontare le forti piogge che hanno colpito il Mali, e che hanno provocato inondazioni in alcune zone. “Le piogge aggravano una situazione già compromessa dalla crisi alimentare, perché favoriscono la diffusione del colera. Sul piano infettivo, le condizioni più preoccupanti sono al nord, anche se al sud sono segnalati focolai di colera. La situazione umanitaria rimane quindi preoccupante” conclude don Dembele. (L.P.)







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