In Sudafrica ritirate le accuse contro i minatori di Marikana per l’omicidio dei loro
colleghi
In Sudafrica sono state provvisoriamente ritirate le accuse contro 270 minatori dell’impianto
di Marikana: ai lavoratori era stato contestato di aver contribuito alla morte di
34 loro colleghi, avvenuta durante scontri con la polizia il 16 agosto. Continuano
intanto le trattative perché i minatori sospendano lo sciopero ancora in corso. Sull’argomento,
Linda Bordoni ha intervistato il vescovo anglicano Jo Seoka, che è tra
i negoziatori:
R. – We began
by breaking a space... Abbiamo cominciato con l’aprirci un varco per la delegazione
dei lavoratori in sciopero in modo che si impegnassero con la dirigenza dello Stato
e poi con il ministro del Lavoro, e adesso siamo in un processo di mediazione nel
quale sono coinvolti il Ministero del lavoro, il Consiglio d’amministrazione, gli
azionisti, la dirigenza dei sindacati e i lavoratori. Naturalmente, è presente anche
la Chiesa.
D. – Qual è la situazione sul terreno? Qual è l’atmosfera nelle
miniere? Sembra che la maggior parte dei lavoratori non sia tornata al lavoro …
R.
– Most of the workers, yes, indeed, are still on the mountain... Sì, la maggior
parte dei lavoratori sono ancora sulla montagna dove si riuniscono quotidianamente,
mentre una loro delegazione sta negoziando con la dirigenza. L’atmosfera lì è pacifica
e penso che l’aspettativa sia in una risposta positiva alle loro richieste da parte
della direzione.
D. – Lei è ottimista? Se non mi sbaglio, è previsto che i
colloqui si concludano venerdì?
R. – Yes, they should wrap today, actually.
... Sì, in realtà dovrebbero concludersi oggi [ieri, quindi]. Siamo davvero ottimisti
che ne uscirà qualcosa di positivo, perché è nel dialogo che si trovano le soluzioni.
Il fatto che le due parti si parlino, ci dà speranza.
D. – Il mondo intero
è rimasto scioccato dopo quella terribile sparatoria. Quali sono stati i sentimenti
nel Paese, quando la gente ha realizzato quello che era successo?
R. – I think
the Nation is upset, that in a democratic society... Penso che la nazione sia turbata
dal fatto che in una società democratica si spari alla gente senza aver subito provocazione.
Secondo l’autopsia, la maggior parte di queste persone sono state colpite a breve
distanza, cioè mentre stavano scappando, mentre alcune di loro sono state colpite
lontano dalla folla. La gente è arrabbiata per questo, perché si trattava di persone
indifese che stavano solo chiedendo il rispetto del diritto a salari equi.