Tanzania: cliniche rurali per salvare la vita di tante mamme e dei loro piccoli
La regione di Kigoma, in Tanzania, è diventata una delle prime località dell’Africa
orientale in grado di formare operatori sanitari nelle cliniche rurali operative nel
Paese. Questi centri – secondo quanto riporta l’Agenzia Fides – sono in grado di offrire
assistenza a circa 50 mila persone che vivono in ogni distretto amministrativo, non
tutti attrezzati per fare interventi chirurgici, ad eccezione del Centro sanitario
di Kakonko, dove solo da un po’ di tempo è possibile operare ed eseguire parti cesarei.
Nella regione, grazie agli interventi della Fondazione Mondiale Lung, sono stati ristrutturati
cinque centri. Diversi operatori sanitari sono stati formati in chirurgia di base,
consentendo a tante donne di partorire in sicurezza e, di conseguenza, salvando la
vita a loro e ai loro figli. Da quando, nel 2010, il centro ha iniziato ad assistere
le donne incinta, il numero di parti è aumentato da 20 a 120 al mese, con una media
di sei parti cesarei alla settimana. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità
(Oms), la mortalità media nei Paesi in via di sviluppo è di 240 ogni 100 mila nati
vivi, contro 16 ogni 100 mila nelle nazioni del Nord industrializzato. Il tasso più
alto di mortalità materna nel mondo si registra nel sud Sudan, con oltre 2 mila morti
ogni 100 mila nati vivi. In Tanzania è di 578 decessi ogni 100 mila nati vivi. All’inizio
degli anni 80, la regione di Kigoma aveva l’indice più alto del paese, con 933 ogni
100 mila. Ma da allora sono state lanciate una serie di iniziative che hanno ridotto
la mortalità a 186 ogni 100 mila nati vivi nel 1991. Tutti i centri sanitari dispongono
di ambulanze grazie alle quali poter trasferire subito i casi complicati negli ospedali
di distretto o quelli regionali. (C.S.)