La lettera di Benedetto
XVI ai vescovi tedeschi del 14 aprile scorso ha rilanciato il dibattito sulla traduzione
più corretta delle parole latine del Messale romano pronunciate dal sacerdote durante
la consacrazione del vino. All'uso della formula "versato per voi e per tutti",
prevalso nel post-concilio, in diversi paesi viene ora preferita quella "per molti"
più vicina agli originali neotestamentari e incoraggiata dal Papa. "E' una scelta
che trova giustificazioni sul piano esegetico ma anche teologico" spiega l'arcivescovo
di Chieti-Vasto Bruno Forte, teologo. "La salvezza di Cristo è per tutti,
ma la soggettiva accoglienza della salvezza è legata alla libertà dell'assenso di
ciascuno. Quindi la traduzione 'per molti' esprime bene la destinazione universale
della redenzione ma anche il fatto che diviene effettivamente operativa solo in coloro
che la accolgono".Diversa la posizione di don Francesco Pieri,
studioso di liturgia, che, nel volume 'Per una moltitudine. Sulla traduzione
delle parole eucaristiche', (Dehoniana Libri, 2012) propone una terza via.
"La formula 'per molti', come traduzione di 'pro multis' risulta inaccettabile
in italiano - sostiene Pieri - perché è in opposizione con 'per tutti'. La formula
'per una moltitudine' è più adatta perché salva nella percezione popolare comune l'idea
dell'universalità della salvezza, non si oppone sematicamente alla formula 'per tutti'
e, inoltre, rimanda ad Apocalisse 7,9". (A cura di Fabio Colagrande)