2012-08-31 12:51:34

Filippine: il ruolo delle scuole cattoliche secondo l’episcopato


“Una scuola cattolica, in quanto tale e per dirsi tale, non può, non deve insegnare nulla che sia in contrasto con il magistero e con gli insegnamenti della Chiesa” È quanto affermato dal presidente della Conferenza dei vescovi cattolici delle Filippine (Cbcp) e arcivescovo di Cebu, mons. Jose S. Palma. L’arcivescovo ha inoltre annunciato che ritirerà il titolo di cattolica a qualsiasi istituzione educativa che insegni dottrine o idee in contrasto con il magistero. Il riferimento è a quell’aspetto “considerato nocivo per le giovani generazioni” e “contrario alla morale cattolica” del progetto di legge sulla salute riproduttiva con cui si introduce nelle scuole, a partire dal nuovo anno scolastico, l’insegnamento obbligatorio dell’educazione sessuale anche per bambini di cinque anni di età, e sul quale il presule esprime la propria contrarietà. A preoccupare l’arcivescovo Palma è in particolar modo l’impostazione del programma, troppo incentrato sul tema dei rapporti sessuali, che può essere intesa come un esplicito invito ai rapporti promiscui, al di fuori del matrimonio. “Gli studenti – sottolinea – devono essere informati in modo appropriato riguardo al sesso, non attraverso un’idea legata al solo corpo, ma sull’importanza che la sessualità e la vita sono un dono di Dio”. I vescovi delle filippine e tutto il popolo cattolico si stanno opponendo, con polemiche pubbliche e azioni legali, a questo provvedimento in quanto, oltre a promuovere l’educazione sessuale e sussidi per l’uso di contraccettivi nelle scuole pubbliche, favorirebbe politiche di riduzione delle nascite. Il 4 agosto circa 60mila persone hanno marciato a Manila per opporsi a politiche di riduzione delle nascite che, secondo l’episcopato, significano proporre “una cultura di morte, di oscurità”. (L.P.)







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