Convention di Tampa. Romney lancia la sfida ad Obama: un futuro migliore per gli
Usa
Investitura ufficiale a Tampa, in Florida per Mitt Romney, candidato repubblicano
alla Casa Bianca. L’ex governatore del Massachusetts ha pronunciato un lungo discorso
nel quale ha attaccato il presidente Obama e ha garantito il suo impegno per costruire
un futuro migliore per gli americani. Il servizio da New York di Elena Molinari:
Si è appellato
agli elettori chiedendo loro se la loro vita oggi è migliore di quattro anni fa. Poi,
Mitt Romney ha puntato il dito contro chi considera il responsabile del peggioramento.
Non la crisi economica, ma la gestione di Barack Obama. Nel discorso più importante
della sua vita, l’aspirante presidente ha dedicato poco tempo alla sua storia, che
pure molti americani ancora non conoscono. E ha sorvolato sui dettagli del suo programma
politico. Invece, ha promesso agli americani di “mettersi alle spalle le delusioni
degli ultimi quattro anni”. Facendo leva sul malcontento degli statunitensi per una
ripresa che stenta a farsi sentire, Romney ha risollevato la possibilità del sogno
americano. Nel farlo, si è preso gioco del rivale. “Obama ha promesso di rallentare
il flusso degli oceani e guarire il pianeta dai suoi mali – ha detto – la mia promessa
è quella di aiutare voi e la vostra famiglia”. Come già durante la campagna elettorale,
il candidato repubblicano si è presentato quindi come l’anti-Obama. “Alla maggioranza
degli americani che pensa che il futuro non sarà migliore del passato – ha concluso
– posso garantire che se vince Obama, avrà avuto ragione”. E’ stato il momento culmine
dei tre giorni di Convention, accorciata a causa dell’uragano Isaac, e conclusa dalla
preghiera del cardinale Timothy Dolan.
E sulle reazioni al discorso di Romney
e sul clima che si respira tra i repubblicani, Alessandro Gisotti ha raggiunto
telefonicamente a Tampa Christian Rocca, inviato del “Sole24 ore” alla Convention
repubblicana:
R. – Romney
ha fatto una specie di “preghiera laica” all’America: ha spiegato che il Partito repubblicano,
le sue proposte, sono di fatto la “vera America”, molto più rispetto a quello che
Obama, in questi tre anni e mezzo alla Casa Bianca, ha portato avanti. Lui ha proposto
un modello alternativo a quello di Obama – che è un po’ più social democratico – e
ha spiegato all’America che bisogna "fare l’America" per tornare a essere il grande
Paese che è sempre stato. In questo, secondo me, è riuscito a trasmettere il messaggio
che voleva. Poi, bisogna vedere cosa succederà la settimana prossima, quando ci sarà
la Convention dei Democratici. Perché anche Obama insisterà su questo punto e non
lascerà la bandiera americana al suo avversario.
D. – Sia Ryan ieri, che Mitt
Romney oggi sottolineano una cosa: il tema è decisamente l’economia. Non è la politica
estera che deciderà queste elezioni…
R. – La politica estera è stata praticamente
assente da questa Convention. Non è un tema di campagna elettorale, per vari motivi:
un po’ perché l’economia la fa da padrone, un po’ perché Obama è difficilmente criticabile,
da parte dei repubblicani, sui temi della sicurezza nazionale, perché è l’uomo che
ha eliminato Osama Bin Laden, perché è il presidente che ha tenuto al sicuro il Paese
in questi quattro anni, che è stato durissimo nella lotta al terrorismo. Quindi, è
difficile da criticare. L’economia, i posti di lavoro, sono stati l’unico argomento
della Convention.
D. – Qual è il clima che si respira a Tampa? Ci credono i
repubblicani in questa vittoria nei confronti di Obama?
R. – Sembra proprio
di sì. All’inizio un po’ meno, ma poi a poco a poco la Convention è cresciuta e quest’ultima
giornata è stata abbastanza decisiva sotto questo punto di vista: l’intervento del
giovane senatore della Florida, Marco Rubbio, è stato un intervento alto, da molti
considerato un intervento presidenziale. Poi, l’apparizione a sorpresa di Clint Eastwood,
che ha galvanizzato la platea, e infine il discorso ben pronunciato da Romney. Quindi
alla fine, secondo me, i delegati sono usciti dal Forum di Tampa con maggiore fiducia
e secondo me un po’ di più ci credono.