Cina: genitori e alunni contro le classi di “educazione nazionale” previste dal governo
La riforma scolastica varata dal governo cinese nel 2004 prevede che in ogni scuola,
dalle elementari in poi, siano approntate a partire dal 2015 delle classi di “educazione
nazionale”. Tale studio dovrebbe far apprezzare le grandi conquiste scientifiche ed
economiche della Cina popolare ma tacere su episodi come il massacro di Tiananmen.
Come riportato dall’agenzia AsiaNews, la società civile continua a opporsi a queste
classi imposte dal governo. Il prossimo 2 settembre è anche prevista un’importante
manifestazione organizzata dai sindacati degli insegnanti e dai rappresentanti dei
genitori. Da un recente sondaggio, inoltre, risulta che circa il 75% degli studenti
e delle loro famiglie sono contrari all’introduzione di questi nuovi corsi. Non solo.
Sempre secondo questo sondaggio, gli studenti chiederebbero al governo di introdurre
proprio il massacro di Tiananmen tra gli argomenti da trattare. “Sono preoccupato
perché temo che il governo voglia lanciare un qualche tipo di nuova politica che riguarda
tutta Hong Kong ma, per farlo, vuole prima educarci a obbedire” dichiara uno dei membri
dell’Associazione dei genitori, Lam Wai-man. I primi a opporsi a questa riforma sono
stati i cattolici, guidati dal cardinale Joseph Zen Zekiu, che ha più volte denunciato
il tentativo di “lavaggio del cervello” nei confronti dei giovani orchestrato da Pechino.
Nel frattempo prosegue lo sciopero della fame di 80 giovani che protestano contro
il governo accusandolo di “non rispettare né i genitori, né gli studenti e nemmeno
gli insegnanti”. (L.P.)